508 libro XXVIII, CAPO LVI». Dopo la vittoria ottenuta a Novara, si mosse anche il viceré di Napoli, il quale se nJ era stato sino a quel momento nel suo campo di là del Po. Egli varcò questo fiume sopra Cremona e si preparò per dare battaglia ai veneziani. Ma il senato, appena avuto notizia del disastro di quella rotta dei francesi, aveva dato ordine al generale Bartolomeo d’ Alviano ed ai suoi provveditori, che ritirassero l’armata a Valeggio, per difendere le frontiere degli stati veneti. 11 d’Alviano eseguì diligentemente la commissione in guisa che la sua ritirata non sembrasse una fuga. Cremona perciò rimase esposta all’arbitrio degli avversarli: gli spagnuoli vi entrarono, e per castigarla dell’ avere aperto le porte ai veneziani, la posero a ferro e a fuoco. Allora il da Cardona, vedendo i francesi fuggiti e i veneziani ritirati, formò della sua armata alquanti distaccamenti: mandò Prospero Colonna con tremila fanti e trecento cavalli a Novara in assistenza del duca di Milano, spedì il marchese di Pescara colle sue truppe a Genova, dove gli Adorni fautori della Francia avevano ristabilito nella dignità ducale Ottaviano Fregoso : egli poi col resto della sua armata passò l’Adda e sottomise Bergamo e Brescia e il maggior numero delle terre e dei castelli di entrambe queste provincie. Intanto il d’Alviano, ch’era sulle frontiere del territorio veronese, fece assediare Legnago dalle genti di Paolo Baglione, le quali se ne impadronirono di assalto ; ne saccheggiarono le case e il castello; ne tolsero le munizioni e le artiglierie; ne smantellarono le mura e poscia l’abbandonarono. Nel medesimo tempo il d’ Alviano assediava Verona. A furia di cannone vi aveva aperto una larga breccia. Impegnò allora nel combattimento tutte le sue genti. Ad un distaccamento di tremila uomini affidò l’incarico di dare l’assalto alla città. Questi montarono coraggiosamente sulla breccia e vi si stabilirono; ma la troppa altezza delle mura non permise loro di entrare in città. Esposti al fuoco del terrapieno ed investiti furiosamente da tutta la guarnigione, si videro perduti : perciò il