a .v\ o 1183. 65 . della chiesa di sanla Maria degli Angeli, lasciandovi il cavallo ■ » parimenti di stucco, su cui era posta. » Dopo questo assalto, accaddero qua e là nei varii luoghi del territorio ferrarese frequenti scaramuccio, ora favorevoli ai nostri ed ora ai nemici. Di queste fecero menzione sì gli storici veneziani e si quelli di Ferrara ; ma gli uni e gli altri tacquero per lo più quelle, che riuscirono svantaggiose al loro partito, e narrarono • gloriosamente quelle, clic ne furono favorevoli. Tuttavolla il Sa-liudo ce nc dà fedele notizia con imparziale sincerità. CAPO XXII. il papa scomunica i veneziani. Le cose intanto di Ferrara piegavano di giorno in giorno alla peggio, cosicché la città era sempre più ridotta nelle angustie. Vedendo adunque Sisto IV, che i veneziani non volevano desistere dalle ostilità contro di essa, malgrado le ripetute istanze da lui fatte «d il breve inviato al doge ed alla signoria; risolse di castigarne l’ostinazione col pronunziare contro di essi sentenza di scomunica, aonvocò pertanto il concistoro per consultare coi cardinali sull’argomento; ma il cardinale Marco Barbo del titolo di san Marco, patriarca di Aquilcja, levatosi in mezzo, parlò coraggiosamente, adducendo le ragioni, che migliori gli parvero, per poternelo dissuadere. Disse, come questa repubblica fosse 1’ antemurale della fristianila contro a turchi, e come avesse in più e più occasioni prestato alla Chiesa molli e gravi servigi ; aver essa intrapreso potestà guerra di assenso, di consiglio e coll’ njuto persino del >anlo padre medesimo; aver essa in quell’anno stesso impiegate le sue forze militari per la liberazione di Roma dalla prepotente Invasione del duca di Calabria, che voleva farsene padrone ; ed essere in verità cosa strana ed inesprimibile, che dalla santa Sede vol. vii. 9