186 LIBRO XXVII, CAPO I. Montpensier, il quale adopcravasi con gran calore per far rivivere in Italia il partito della casa di Angiò ; incoraggilo dalle esibizioni del duca di Ferrara e di Giovanni Bentivoglio, signore di Bologna, i quali avevano in vista i loro particolari interessi; stimolato dalle promesse dei fiorentini, che volevano ricuperar Pisa e le altre piazze perdute; erasi già recato a Lione per abboccarsi col vescovo di Volterra, ambasciatore dei fiorentini, e per trattare con esso degli affari d’Italia (1). In conseguenza del quale abboccamento delerminossi ad armare in Marsiglia una flotta di sessanta vele ed a disporre la partenza di un esercito, che lo precedesse in Italia, ov’ egli stesso sarebbesi successivamente recato. Intanto le armi dei fiorentini e dei pisani si scontravano in campo aperto, e nel dì 9 aprile 1496 diedero questi una rotta a quelli, con grave perdita di soldati e di vettovaglie e di attrezzi militari. Della qual rotta ci assicurano le due lettere, che qui trascrivo collo stile medesimo dell’ originale, dirette da due differenti testimoni oculari all’ ambasciatore della repubblica nostra, presso alla corto (2). La prima adunque, così si esprime: « E1 ci fu eri nove di » certa rota ha havuta fiorentini da pisani et perche non era certa » non lo ne avisai. Dapoi hogi meser Bonaventura Birraguei dice, » che li vilani dcla valle di buli e uno Fazendino nepote di meser » Lucio Malvezo hano dato rota de 22 liomeni d’arme et molti » feriti che non so el numero el preso le victuarie che andavano » da Fiorenza al Ihoro campo et artegliarie et fra li morti e meser » Nicolo Secho Depote de meser Francesco e uno altro di qualità » che non so el nome. Meser Francesco Secho over suo fratello » erra scralo dale zente di pisani i buli, i qual per esser cosa » brieve presto stimavano havcrlo, hanno perso li fiorentini cavali » 200 in 250, benché la brigala dica molto de più. Io te aviso (i) !'w