ANNO 1482. 39 sposerebbe la figlia del conle d’Imola ; clic Lodovico ¡Viaria Sforza, govcrvatore dello stalo di Milano, sarebbe capitano generale della lega ; clic il conte d’ Imola avrebbe una compagnia di mille lande, mantenuta a spese dei confederali; che il re Ferdinando c i fiorentini restituirebbero alla santa Sede tutte le piazze che le avevano tolto, purché il papa avesse spedilo ai ferraresi mille uomini di truppe ausiliarie ; che sua Santità farebbe restituire tutti i prigionieri della battaglia di Velletri ; e finalmente, clic i veneziani potrebbero entrare a parte della lega tostochò avessero evacuato il territorio del duca di Ferrara. CAPO XIII. 1 veneziani ricusano di aderire al trattato. Quando fu sottoscritto il trattato da tutti gli ambasciatori delle varie potenze, il papa chiamò alla sua udienza 1’ ambasciatore della repubblica. Gli dichiarò di avere ricevuto sotto la sua protezione il duca di Ferrara, e di esserne stato costretto per far tacere le mormorazioni del popolo romano, per soddisfare al desiderio di tutti i cardinali, per restituire la pace all’ Italia, e perchè non scmbravagli giusta cosa, che la repubblica di Venezia, senz’ altro motivo fuori della propria ambizione, facesse guerra ad un figlio della Chiesa romana. Aggiungeva, che non altro partito rimaneva ai veneziani da scegliere, se non il rimettersi in amicizia col duca di Ferrara, per unirsi poscia alle altre potenze e portare invece la guerra contro il comune nemico della cristianità. L’ ambasciatore freddamente rispose, che di quanto la santità sua avevagli comunicato, renderebbe conto al senato. Il papa allora scrisse al doge un lungo breve, nel quale cercò di giustificare la propria condotta in siffatto argomento, insistendo I sui doveri annessi alla sua qualità di padre comune, esponendo i mali gravissimi, che dalla guerra attuale erano derivali al popolo