528 LIBRO XXVIII, CAPO LXIX. dipendeva il ricupero del Friuli, ma perché inoltre di qua otlene-vasi un nuovo mezzo di sicurezza per Trevigi e per Padova ; il solo timore del Frangipane, per cui non aveva potuto congiungere le sue genti a quelle del viceré di Napoli, essere stato il pensiero di lasciar alle spalle una piazza cotanto forte; la perdita d’altronde di quel castello divenire alla repubblica di più grave discapito, in quanto che il da Cardona, sciolto da qualunque timore, ingrandirebbe il suo esercito colle truppe del Frangipane, c potrebbe con più fiducia tentare la conquista di Padova e di Trevigi ; doversi almeno calcolare un vanlaggio per parte della repubblica, che quand’anche le truppe spedile ad assistenza di Osopo non trionfassero pienamente sulle genti del Frangipane, lo porrebbero almeno nell’ impotenza e di proseguirne il blocco e di devastarne le campagne ; essere vergogna il lasciare il Friuli in preda ad un nemico debole e crudele,porgendo così a tutta l’Europa occasione di sospettare, che la repubblica di Venezia, o non potesse o non volesse più soccorrere i suoi sudditi fedeli ; donde piglerebbero questi occasione di sottrarsele dalla dovuta obbedienza. Gli argomenti erano giusti e forti, sicché il senato non seppe resistervi. Fu mandalo ordine perciò al generale in capo Bartolomeo d’Alviano, di trasferirsi con una porzione delle sue truppe, eh'erano in Trevigi ed in Padova, verso il fiume Livenza ; di non passarlo, se prima non fossero state prese tulle le necessarie precauzioni per assicurarsi ad ogni tristo evento una ritirata; di esplorare diligentemente le mosse dei nemici, acciocché non accadesse, che il viceré da Cardona si mettesse in accordo col Frangipane per pigliarlo in mezzo e disfarlo. 11 d’ Alviano, partì sull’istante. Per non dare ai nemici verun sospetto, prese con sé quallrocento cavalli soltanto e settecento fanti: lutla genie scella e valorosa. Arrivò in due marcie a Sacile, ov’erasi ricoverala la guarnigione di Udine. Ivi seppe, che Porto-gruaro era occupato da cinquecento tedeschi, i quali di continuo mandavano per la campagna alquanti picchetti a scaramucciare