ANNO 1 51G. CAPO LXXVI. Discesa dell' imperatore Massimiliano m Italia alla testa di numeroso esercito. Spuntava il nuovo anno 1516, quando si sparse, con universale maraviglia, la notizia, che l’imperatore stava per calare in Italia con grandioso seguito di milizie. Egli, approfittando della discordia, che s’era manifestala tra gli svizzeri a cagione della pace conchiusa col re, aveva ottenuto, dai cinque cantoni litiganti su ciò, un soccorso di quindicimila uomini. E tanto più tal cosa riusciva di maraviglia : perché accingevasi a questa impresa nel momento, in cui tutti gli altri suoi alleati lo abbandonavano. Gli spa-gnuoli infatti non erano più per lui. Ferdinando re era morto, e l’erede dei suoi tre regni, di Aragona, di Castiglia e di Napoli, era in perfetta pace col re di Francia. Non gli restava che il papa, il quale s’era di già accomodato col re: tuttavolla gli somministrò qualche tenuissimo soccorso di denaro e di uomini. Avvicinavasi la sua vanguardia di tremila uomini, diretta alla volta di Verona, e conducendo seco la cassa di guerra : ma una parte delle genti francesi, eh’erano sotto il comando di Lautrec, le contrastò il passo e la costrinse a indietreggiare colla perdita di ottocento uomini. Massimiliano poi, alla testa di trentamila uomini, metà tedeschi e metà svizzeri, oltre a quattro o cinquemila cavalli, giunse in Italia in sul mese di marzo; nè fuvvi chi gli contendesse il cammino sino a Verona; donde poi disperse le sue genti sul territorio,eh’era stato dei veneziani. Spinse il grosso dell’esercito verso Peschiera, mostrando, che le. sue primarie intenzioni erano dirette a ricuperare il ducato di Milano. Carlo di Borbone, che stava governatore in Milano, dimandò in fretta agli otto cantoni svizzeri, alleati del re, un ajuto di diecimila uomini, perchè ben s’ accorgeva, che l’esercito imperiale, se