ANNO 4491. 143 {• • 7 CAPO X. Controversia tra il papa e la repubblica per la elezione del patriarca di Aquileja. Argomento di grave e lungo disgusto tra il pontefice Innocenzo Vili ed il senato veneziano, porse nell’ anno seguente la morte del cardinale Marco Barbo, patriarca di Aquileja. Egli era morto in Roma il dì 6 marzo 1491, e nell’ indomani il cavaliere Ermolao Barbaro, ambasciatore della repubblica presso la santa sede, era andato all’udienza del papa, a fine di pregare sua santità a differire la nomina del patriarca successore, finché il senato non gli e ne avesse presentato, secondo il consueto, la nomina. Ma il papa, senza punto badare a cotesta istanza, nominò lui appunto in patriarca di Aquileja ; aggiungendogli, essere questa grazia una giusta ricompensa al suo sapere ed alla sua virtù. Il Barbaro in sulle prime si rifiutò dall’ accettare la dignità, che il pontefice conferi-vagli ; ma quando Innocenzo gli e lo comandò in virtù di santa ubbidienza, si vide costretto a sottomettervisi ed ubbidire. Allora il papa sull' istante Io vestì del rocchetto, di cui per darglielo si spogliò uno dei cardinali colà presenti ; e poscia in pieno concistoro fu preconizzato il Barbaro a patriarca di quella chiesa. Scriss’ egli tosto al doge esattissima informazione dell’ avvenuto, e lo pregò a far sì che il senato accettasse la sua nomina e che gli sostituisse un altro ambasciatore nel suo posto : sottoscrisse la lettera dichiarandosi patriarca di Aquileja. Intanto a Venezia era giunta la notizia della morte del cardinale Barbo, ed il senato s’era subito radunato per provvedere colla sua consueta sollecitudine alla scelta di un successore alla sede vacante : ed avevasi eletto a pieni voli Lodovico Donato, vescovo di Almissa. Quindi fu spedito a Roma un corriere per portarne al papa la nomina e per domandarne le bolle di conferma e d’investitura.