252 LIBRO XXVII, CAPO XXVII. Valentino, per la quale maggiormente s’irritarono i veneziani, già sospettosi delle cattive intenzioni di lui. Egli aveva rapito la sposa di Giambattista Caracciolo, capitano dell’ infanteria della repubblica; e l’offesa fu riputata gravissima e personale contro il governo. Al quale proposito raccontano il Giovio, il Guicciardini e-cent’ altri scrittori, che mentre andava questa dama da Urbino ad unirsi con lo sposo, in passare per la Romagna, fu rapita da Cesare Borgia. Il Caracciolo invocò subito 1’ autorità del Consiglio dei X : nè questa magistratura si rifiutò d’interessarsene : spedì ad Imola il suo secretario Manenti, e poscia a Roma, a dolersi del turpe attentalo: e nel medesimo tempo, un’altra ambasciata spedì al re di Francia. Ma il Borgia si giustificò con solenni mentite, dichiarando, eh’ egli non aveva ordinato quel rapimento, mentre a sua disposizione aveva quante donne avvenenti avesse mai potuto desiderare, senz’ aver bisogno di togliere la fidanzata del capitano Caracciolo. La repubblica di Venezia non soddisfatta per questo insulto, cercò altra via onde fiaccare la soverchia arroganza del Borgia. Col mezzo di secrete ambasciate si sforzò di nuocergli presso la corte di Francia, acciocché Luigi XII ne abbandonasse l’alleanza e la protezione; ma indarno, perché questo sovrano era troppo attaccalo agl’interessi ed alle mire del papa. Essa pertanto provvide da sé sola a porre in sicurezza i proprii diritti, se mai l’iniquo duca avesse voluto estendere le sue violenze anche sul territorio di lei, ^id usurparle i suoi possedimenti. Una lega intanto conchiusero tra loro alcuni signorotti d’Italia, particolarmente Paolo Orsini, Francesco duca di Gravina, Vi-tellozzo Vitelli ed Oliverotto da Fermo con Pandolfo Petrucci capo del governo di Siena. I quali tutti, conoscendosi impotenti a resistere contro le irruzioni del Borgia, implorarono 1’ assistenza e 1’ alleanza della repubblica nostra. In conseguenza della qual lega, le armi dei confederati furono più volle alle mani nella Romagna con le gapli del duca Valentino : mai però non poterono