ANNO 1512. 481 pressanti per la sicurezza delle città di Padova e di Treviso, e vi mandò solleciti rinforzi alle guarnigioni, che presidiavanle. CAPO XLV. Forte lega di principi contro il re di Francia. Ad onta di tanti vantaggi ottenuti colle armi, il dominio della Francia era minaccialo gravemente dalla confederazione, ch’era stata concertata testé da Enrico Vili re d’Inghilterra coi veneziani, col papa e col re di Spagna. Enrico s’ era perciò obbligato a porre in mare una flotta per far crociera verso le coste della Normandia e della Brelagna, ed inoltre aveva promesso di dare un corpo di ottomila inglesi da unirli ad un simile corpo di altrettanti spa-gnuoli, per assalire la Guienna e toglierla al re di Francia. Anche gli svizzeri s’ erano dichiarati in favore di questa lega: e vi propendevano altresì i fiorentini, ad onta che per 1’ addietro fossero sempre stati caldi partigiani del re Luigi XII. Perciò avevano ottenuto dal papa l’assoluzione dalle censure incorse per la loro adesione al conciliabolo di Pisa. L’ imperatore stesso, nel mentre che non cessava di protestare di voler stare unito alla Francia, affettava di attribuire a colpa di essa la poco felice riuscita, che avevano le sue ostilità contro i veneziani : faceva lagnanze cotanto irragionevoli verso Luigi XII e proponeva progetti cotanto contrarii agli interessi di esso, che necessariamente vi si dovevano conoscere piucché avverse intenzioni. Tutte queste favorevoli disposizioni porgevano al papa la più ampia speranza di poter alfine riuscire nel suo disegno di scacciare i francesi dall’ Italia; e perciò ricusava fermamente tutte le proposte, che gli venivano fatte a nome del re. Esigeva invece, come primarie condizioni, che la città di Bologna gli fosse restituita, che il duca di Ferrara dipendesse da lui, che fosse sciolto il conciliabolo di Milano, Ottenne in frattanto dall’imperatore una tregua vol. vii. 61