A INNO 1515. C A P 0 LXIII. Rotta dei veneziani sul vicentino. Irritalo di tanta baldanza, il senato diede ordine al comandante generale Bartolomeo d’Alviano, di uscir pure da Padova in campagna aperta contro i nemici : la qual cosa da mollo tempo egli stesso chiedeva. Incalzò adunque gli spagnuoli, sperando di arre-slare il loro cammino al passaggio del Brenta. Ed arrivò infatti prima di loro a quel fiume: anzi nell’¡stesso momento, in cui eglino pure vi arrivavano. I quali, per evitare il pericolo, che li minacciava, fecero mostra di salire a passarlo più in su. Tostoehè il d’Alviano si accorse, che la cavalleria spagnuola prendeva quella direzione, la seguì a linea parallela; ma nell’islesso tempo l’infanteria fece una mossa contraria e piegò a cercarsi passaggio più al basso. E lo passò senza ostacolo, e poi richiamò prestamente la sua cavalleria; quindi corse al Bacchigliene, che pur dovea valicare. Il d’ Alviano affrettò sì bene la sua marcia, che prevenne una seconda volta il nemico anche al varco di questo fiume. Non ne azzardarono gli spagnuoli il passaggio, prevedendone non felice l’esito : perciò determinaronsi a dare in dietro ed a risalire il Brenta sino a Bassano, collo scopo di penetrare per la via dei monti nella valle dell’ Adige, donde poi dirigersi alla volta di Verona. Bartolomeo d’Alviano conobbe le intenzioni del nemico, e come 10 vide inoltrarsi nelle terre del vicentino, distaccò prontamente Nicolò Vendramino con tutta la cavalleria leggera, per molestarne la retroguardia e ritardare la marcia del viceré ; fece rompere lutti i ponti dei piccoli fiumi, che il nemico doveva passare; fece ingombrare tutte le strade con sassi ed occupare le altezze da contadini armati ; mandò a Vicenza il Grilli e con esso il Baglione. che aveva richiamato da Trivigi, con un terzo dell’armata; affidò 11 passaggio di Montecchio ad un corpo di cinquemila paesani, rinforzati da alcuni pezzi di cannone ; si avanzò egli stesso, col