244 LIBRO XXVII, CAPO XXVI. * Il trallato alla fine ebbe la sua esecuzione: il papa aveva concesso ai due re l’investitura patteggiata. Ambigny alla testa di venti mila francesi aveva sottomesso Capua, Gaeta e Napoli : ed intanto il re Federigo s’ era rifugiato nell’ isola d’ Ischia, unico possedimento, che gli era rimasto. Poscia, sperando miglior ventura, andò in Francia, ove cedette al re Luigi XII tutti i suoi diritti sul regno di Napoli, purché egli lo investisse del ducato di Angiò durante la sua vita. E Luigi ne accettò il cambio. Nel medesimo tempo, Consalvo di Cordova, a nome del re di Spagna s’ era impadronito della Puglia e della Calabria : cosicché appariva palesemente, quelle due potenze avervi preso il possesso, ciascuna nelle convenute provincie, colla sicurezza di potervisi mantenere stabilmente per sempre. CAPO XXVI. Sospetti della repubblica di Venezia. Tutti questi concerti tra i due re, sebbene in apparenza promettessero sicurezza agli stati della repubblica, nondimeno suscitavano gravi e ragionevoli sospetti circa la sincerità delle promesse, che le si facevano. E di fatto ebbesi più volte ad agitare in senato la questione, se convenisse alla sicurezza della repubblica 1’ abbandonare V Italia ai disegni di quelle due grandi potenze. Ma il difficile stava in opporre a loro forze adattate a contenerle ; perciocché non vedevasi tra tutti gli stati della penisola chi avesse potuto o chi avesse voluto associarsi alla repubblica per formarne una causa comune. Non vi sarebbe concorso il papa, perché tutti i suoi pensieri e le sue fatiche tendevano unicamente a ridurre tutte le provincie della Romagna sotto la potestà del suo figliuolo duca Valentino. Né manco i fiorentini vi si potevano impegnare; perchè sempre in guerra coi pisani, coi senesi e coi lucchesi, e minacciati dagli Orsini, dai Baglioni, dai Petrucci e