406 LIBRO XXVIII, CAPO XXII. sforzarono per assalto un bastione occupato dai veneziani verso Soave, presidiato da circa seicento fanti. Nel ritorno posero in rotta una grande moltitudine di villani, accorsi a contrastar loro la ritirala. In mezzo a tanta incertezza di avvenimenti, ed a sì enorme freddezza di operare, erano angustiati da gravissimi pensieri gli animi dei principi ; e principalmente lo era Massimiliano, il quale, non conoscendo come poter riuscire a trionfare dei veneziani, e rimettendo gli affari suoi abitualmente di dieta in dieta, aveva chiamato appunto, in sul principio dell’ anno 1510, la nuova dieta in Augusta. Gli elettori d’ altronde, stimolati gravemente dal papa, insistevano, che si componessero le cose coi veneziani pria di raccogliersi nella dieta. Ed era considerevole, che il re Luigi XII, ritornato già in Francia, adduceva continuamente nuovi pretesti, per cui sottrarsi dal concorrere anch’egli all’ impresa. Si scusava, ora con allegare la rigidezza della stagione, ora col chiedere assegnamento certo di tuttociò che avesse speso, ora ricordando all’imperatore, sé non essere obbligato, per i capitoli della lega di Cambrai, ad ajutarlo in ¡specialità, ma esserne 1’ obbligo comune anche col pontefice e col re Ferdinando. Nacquero da tuttociò gravi disgusti tra l’imperatore ed il re ; siccome pure tra l’imperatore ed il papa, giacché neppur questo voleva più muoversi in veruna guisa a discapito dei veneziani. CAPO XXII. Il papa si riconcilia coi veneziani. Il papa anzi, che propendeva di già alla riconciliazione colla repubblica, aveva acconsentito ad entrare cogli ambasciatori di essa in pratiche efficaci, per arrivarvi ad una decisiva risoluzione. Già sino dal mese di settembre del precedente anno 1509, s’ era mostrato disposto ad accingersene ; e sino d'allora perciò il doge