190 LIBRO XXVII, CAPO IH. ancheifiorentini avevano mandalo ¡loro ambasciatori ad ossequiarlo. Giunto in Pisa fece radunare con molla formalità i cittadini, ed offerì loro il soccorso per liberarli dalla violenza dei loro nemici. I fiorentini avevano in loro potere, sull’imboccatura dell’Arno, il castello di Livorno, ch’era ai pisani ed agli alleali molestissimo per lo trasporlo dei convogli militari. Massimiliano progettò di espugnarlo. Ordinò ai comandanti veneziani di portarsi in diversi luoghi colla loro cavalleria,per molestare il nemico: fece sbarcare trecento svizzeri, che aveva seco, e li collocò su di uu’ altezza, che dominava il forle. E mentr’ egli occuparasi di queste operazioni, la guarnigione fiorentina azzardò una sortita, la quale fu rispinta vigorosamente dai soldati della lega e dalle ciurme della flotta veneziana. Quand’ ecco si videro comparire in mare alcune vele, che diedero motivo a sospetti ed a conghiellure. Domenico Malipiero, generale delle galere veneziane si pose al largo per esplorarne la bandiera, e s’ accorse, essere sci grossi bastimenti francesi. Egli prontamente assalì il primo, che gli si fece incontro, e lo prese : gli altri entrarono nelle foci dell’Arno. Intanto l’assedio del forte s’era principialo; e il fuoco delle artiglierie aveva guastalo notevolmente uno de’suoi bastioni : ma le piogge copiose, sopravvenute in quell’ autunnale stagione, ne ritardarono di assai le operazioni. E Massimiliano slesso, annojato per quel disastro, ed irritato dalle frodi dello Sforza, cui diceva averlo tratto in Italia per danneggiarlo neU’onore e nella riputazione, risolse di abbandonare l’impresa e di restituirsi in Germania. Lasciò pertanto Pisa in balìa di sè slessa; passò a Pavia, e di là prese, il cammino oltra i monti, avendo con poco decoro della sua dignità manifestalo all’Italia la sua debolezza. L’allontanamento di Massimiliano ridusse lo Sforza poco meno che alla disperazione di poter più diventare padrone di Pisa. Collocò allora tutla la sua fiducia nella stanchezza dei veneziani, che si trovavano avvolti in un’ impresa così dispendiosa e di così poco