anno 1509. 375 il corso dei fiumi che fluiscono nella laguna. Venezia in somma fu ridotta in ottimo stato di difesa, contro qualunque insulto dei nemici. CAPO XV. Maneggi dei veneziani per accordarsi col papa. Assicurata in questa guisa la quiete domestica, rivolse la repubblica i suoi pensieri al modo di far ¡sciogliere la lega dei principi suoi nemici, per poter quindi far cessare altresì qualunque nuova molestia. Dal re Luigi XII non lusingavasi, a dire il vero, di ottener pace, perchè ben lo conosceva suo nemico e per avarizia e per genio : non faceva gran conto del re Ferdinando, perchè a lei lontano di troppo: restavano quindi il papa e 1’ imperatore. Verso di questi adunque incominciarono i suoi maneggi : e primieramente si diresse al papa, verso la metà dello stesso mese di luglio 1509 ; pochi dì appresso, per non dire piuttosto in quei giorni medesimi, in cui aveva avuto la notizia del secondo monitorio pronunziato dal pontefice contro la sua appellazione al futuro concilio. I due cardinali veneziani, Domenico Grimani e Marco Corna-ro, sollecitali dal senato ad intromettersi in questo affare, fecero riflettere al papa, che da più secoli la sede romana era stata sempre difesa dalla pietà e dalla potenza della repubblica di Venezia ; che avrebbe potuto riuscire di sommo pregiudizio all’ Italia il lasciar crescere nel suo seno la sovranità dei tedeschi e dei francesi, i quali ne macchinavano il lotale avvilimento ; che ormai la Chiesa romana aveva ricuperate tulle le citlà della Romagna, cosicché nulla più restavalc da pretendere dai veneziani ; che perciò sembrava loro essere tempo opportuno di rivocare i monitorii e sciogliere la città e il popolo dalle pronunziate censure. Giulio li, per verità, mostravasi internamente convinto delle addotte ragioni ; ma pur volendo conservarsi esteriormente attaccato alla lega, rispose