ANNO 1482. 33 improvviso, i quali, sostenuli dalla flotta, li sbaragliarono compiutamente. Tra i più cospicui de’ ferraresi rimasero morii sul campo Gianluigi Bosso ed Jacopo Tosabecchi : molli altri furono affogali nel fiume. Vi furono gravemente feriti Gian-Ouirico da Sanvitalc, Borso da Correggio, il Bergamino, Ruffino Smeraldi. Prigionieri in mano dei nostri caddero Nicolò da Correggio, il conte Ugo da Sanseverino, il conte Lodovico Trolli, e Scaramuccia Visconti già marito di una principessa della casa d’ Esle. Questi furono condoni a Venezia • e in aria di trionfo, scrive il Frizzi (1), su quella » gran piazza in giorno di festa si fecero passeggiare in numero 3* di 96, ciascuno accompagnalo da un vincitore. » CAPO XI. E minacciata Ferrara. Lo stalo delle cose e la posizione dell'esercito veneziano rendevano sempre più pericolosa la condizione di Ferrara. Per giunta delle sciagure poco dianzi narrale, la fame altresì molestavala ; e tale che di giorno in giorno le accresceva le angustie. Lu duchessa aveva radunalo molto grano in Modena e in Reggio; ma, caricato clic fu sulle navi per esservi trasportato, si sollevò il popolo del- 1 una e deU’allra città, che ne penuriava, e se Io prese; nè contento di ciò, si diede a saccheggiare molte case ricche. In Reggio corse a pericolo della vita il podestà, che s’era presentalo per sedare il tumulto. Non andò guari, che fu preso il castello di Montecchio dalle genti del conte Guido Torello e dei Rossi di Parma, i quali erano aderenti ai veneziani. Ad impedirne i progressi fu spedito contro di loro Borso da Correggio, ristabilito appena dalle sue ferite. (i) Pag. 123 ilei toni. IV, sull'asserzione ilei Cirneo, ilei Diario Parmense, dello lambolti, del Vitale e di altri. VOL. VII. 5