98 LIBRO XXV, CAPO XXVI. » voluntatis infringerc etc. Si quis autem etc. Datum Romae apud » sanctum Petrum anno Incarnationis Domin. M. CCCC. LXXXIII. » Idibus Julii, pontificatus nostri anno duodecimo. — Joannes » Poggius. » CAPO XXVI. Premure dei veneziani per la convocazione di un concilio. Il senato non aveva inteso di fare un atto vano ed inconcludente, appellando al futuro concilio: voleva, chela controversia su diritti temporali col duca di Ferrara, colpita dal pontefice con armi spirituali, venisse veramente decisa da un’ assemblea di vescovi. Perciò elesse egli varii ambasciatori da spedirsi alle primarie corti dJ Europa, a fine di giustificare in faccia ai principi la propria condotta in questo affare, ed eccitarli ad adoperarsi per la convocazione di un concilio. All’imperatore Federigo III fu inviato il cavaliere Sebastiano Badoer; a Massimiliano duca di Borgogna andò Nicola Foscarini; il quale scrisse sulK argomento ad Antonio Loredano ambasciatore della repubblica nostra presso il re di Francia. Marco Zorzi, eh’ era uno del senato, fu scelto per ambasciatore al re di Spagna: Bernardo Bembo, dottore e cavaliere, ebbe l’incarico di recarsi al re d’Inghilterra. Ed inoltre, per disputare sul diritto dinanzi all’ imperatore ed al duca di Borgogna, furono deputati i due più celebri giureconsulti di quell’età, Giambattista Rosello e Daniele Zuccolo (1). Le quali raccomandazioni della repubblica, se non produssero il vantaggio, che contemplava ella, di far radunare un concilio generale, persuasero almeno i principi allemanni ad esserle favorevoli nell’ assistenza militare. Imperciocché, sebbene il papa avesse (x) Questo Zuccolo, io credo, è quello appunto, che nel breve testé recato in detto per ¡sbaglio Danitlem Zutho.