io6 Giovinezza in pratica In attesa dell’imbarco per l’America Cagni scrisse da Li-verpool a Maria di aver provato nel distacco una emozione assai maggiore di quando aveva lasciata la famiglia nell’ ’82 per avviarsi, quasi ancora adolescente, al giro del mondo. Ora lo stesso pensiero della madre era passato per lui in seconda linea; « una figura più fresca la precede », e di ciò provava un vago rimorso, ma confessava di non saper frenare la prepotenza del nuovo sentimento per la dolce figura dell’amata che gli deliziava e torturava l’animo. Attraversò l’Atlantico senza l’ossessione della responsabilità di servizio, sul piroscafo “Lucania”, godendosi la sua qualità di viaggiatore della classe di lusso. Unico impegno laborioso: il controllo dei bagagli che gli diede parecchi fastidi specialmente allo sbarco a New York fra la ressa dei molti personaggi venuti ad accogliere il Duca e la necessità di tenere a bada gli invadenti cronisti americani, finché la spedizione potè prendere il treno per la traversata del continente, un vero oceano terrestre. Dopo Chicago la ferrovia corre verso le Montagne Rocciose salendo fino a quasi 2000 metri, poi dalla Sierra Nevada scende verso la fertile valle di Sacramento e la California. Cagni ammirava la varietà dei paesaggi: durante la corsa del treno attraverso una solitaria pianura annotò nel diario: « Questa vista di pace arcadica fa divagare il mio pensiero che pertanto corre più rapido del treno e del tempo, e parmi che sarei contento di vivere qui, come questi poveri cow-boys, veri conquistatori della terra più che non lo siano gli uomini di penna e di spada ». Fantasia improvvisa del tutto contraddittoria con la sua natura dinamica. Subito ridesto dal torpore del viaggio, si scuoteva: « Sono malinconie del tramonto », poi correva a riordinare i bagagli immaginando le travolgenti cavalcate di Buffalo Bill. A San Francisco il Principe prese contatto con scienziati ed esploratori che gli diedero informazioni utili per evitare gli stessi errori onde altri erano stati impediti dal raggiungere la vetta del Sant’Elia. Lo stesso Israel C. Russel, l’esploratore che si era spinto più innanzi nell’ultimo tentativo compiuto verso quella mèta, fu prodigo di suggerimenti.