ANNO 1509. ^01 lui e dell’ ardore delle loro truppe, continuarono i loro passi vittoriosi a ricuperare altre delle città., eh’ erano state loro tolte. Ed infatti, espugnarono con tutta facilità Bassano, Feltre, Cividale ; presero di assalto il castello della Scala; ebbero per sorpresa quello di Monselice, ove la guarnigione imperiale, che difendevalo, composta di cinquecento uomini, fu assediata entro ad una torre, e poiché non volevasi rendere, fu posto grande fuoco al basso. « Quasi » tutti si lasciarono abbruciare anziché darsi; gli altri saltando giù » dai merli erano ricevuti sulla punta delle labarde (1). » 1 castelli di Este, di Montagnana, di Colonia, di Cittadella, aprirono le porte ai veneziani, che chiamavano i loro liberatori. La città di Vicenza, la quale due o tre giorni avanti era stata costretta a giurare fedeltà ed obbedienza all’ imperatore, invitò le milizie della repubblica ad entrarvi ed a prendervi di bel nuovo il possesso. Anzi, perché si veda quanto rapidi vantaggi ottennero le armi veneziane, prima ancora che Massimiliano arrivasse a Trento, il conte di Pitigliano era già accampato sotto le mura di Verona. Non potè per altro impadronirsene, perchè troppo bene presidiata dalle truppe imperiali e dalla fedeltà dei cittadini all’ obbedienza dell’ imperatore. CAPO XX. Imprese dei veneziani su Ferrara. I tanti vantaggi ottenuti dalle armi della repubblica sopra le terre e i castelli del territorio padovano, massime dalla parte del Polesine di Rovigo, fecero nascere neiranimo del senato il pensiero di tentare un’ impresa anche nel Po, per molestare Ferrara e castigare quel duca della infedeltà sua nel cooperare cogli altri collegati ai danni di Venezia. Perciò diede ordine ad Angelo Trevisano, (i) Stor. del cav. Bajardo, cap. XL. VOL. VII. 51