391 LIBRO XXVIII, CAPO XVIII. » splendore della repubblica cristiana, mancheranno le persone » dei suoi figliuoli e dei suoi cittadini ? E ci sarà chi rifinti di » mettere in pericolo la propria vita e dei figliuoli per la salute di » quella ? La quale contenendosi nella difesa di Padova, chi sarà » quello, che neghi di volere personalmente andare a difenderla? » E quando bene fossimo certissimi essere bastanti le forze che vi » sono, non appartiene egli all’ onor nostro, non appartiene egli » allo splendore del nome veneziano, che si sappia per tutto il » mondo, che noi medesimi siamo corsi prontissimamente a difen-» derla e conservarla ? Ha voluto il fato di questa città che in • pochi dì sia caduto dalle mani nostre tanto imperio ; nella qual » cosa non abbiamo da lamentarci tanto della malignità della for-» tuna, perchè sono casi comuni a tutte le repubbliche, a tutti i » regni, quanto abbiamo cagione di dolersi, che dimenticatici della » costanza nostra, stata insino a quel dì invitta, che perduta la me- • moria di tanti generosi e gloriosi esempi dei nostri maggiori, » cedemmo con troppo subita disperazione al colpo potente della » fortuna ; ne fu per noi rappresentata ai figliuoli nostri quella » virtù, che era stata rappresentata a noi dai padri nostri. Torna » ora a noi la occasione di recuperare quell’ ornamenlo non per-» duto, se noi vorremmo essere uomini, ma smarrito; perchè » andando incontro all’ avversità della fortuna offerendoci sponta-» neamente ai pericoli, cancelleremo la infamia ricevuta; e vedendo » non essere perduta in noi l’antica generosità e virtù, si ascriverà » piuttosto quel disordine a una certa fatale tempesta, alla quale • nè il consiglio, nè la costanza degli uomini può resistere, che a » colpa e vergogna nostra. Però se fosse lecito che tutti popolar-» mente andassimo a Padova, che senza pregiudizio di quella difesa » e delle altre urgentissime faccende pubbliche, si potesse per » qualche giorno abbandonare questa città, io primo senza aspet-» tare la vostra deliberazione piglierci il cammino, non sapendo in » che meglio potere spendere questi ultimi dì della mia vecchiezza, “ che nel partecipare, con la presenza e con gli occhi, di vittoria