24 Lllino XXV, CAPO VII. Continuava il duca Alfonso a danneggiare la campagna romana e scorreva talvolta sino alle porte di Roma saccheggiando e distruggendo i luoghi, con ¡spavento grandissimo degli abitanti. Roberto Malatcsta, fatto gonfaloniere di santa Chiesa, era entrato in Roma con mille cinquecento cavalli : deliberò di andargli incontro e di costringerlo a combattere. Ma Alfonso, benché avesse con sé molte truppe, tuttavia si ritirò in Velletri, e poscia fortificossi vicino a Civita-Lovina. Il Malatesta inseguendolo si fermò alla campagna, due miglia, all’ incirca, lungi dal campo nemico. Radunò quindi a consiglio di guerra, il conte Gerolamo signore d’Imola, nipote del papa, Francesco Diedo ambasciatore della repubblica nostra, Pietro Diedo cavaliere e provveditore di campo; ed inoltre vi erano il conte Nicolò da Petigliano, Cesare ed Annibaie figli di Giulio da Camerino, Virginio ed Jacopo Orsini, Gian-Francesco da Tolentino, Giordano ed Angelo figliuoli del conte ed altri valorosi ed esperti capitani. Tutti di un solo sentimento pronunziarono il voto di attaccare il combattimento. 1 nostri mandarono ottocento fanti ad imboscarsi, ordinando loro che non dovessero sbucar fuori se non quando ne fosse dato il segnale. Al conte Gerolamo e alle sue geuti fu affidata la custodia degli stendardi. La mattina del 21 di agosto, cominciò il fatto d’ armi. Andò innanzi per primo Gian-Francesco da Tolentino colle sue schiere: egli combattè valorosamente sino a nona; prese il primo fosso, tuttoché munitissimo, e costrinse i nimici a ritirarsi al secondo. Rinnovarono i nostri con maggior impeto gli attacchi, e vi soffersero grande danno per le artiglierie nemiche. Laonde il Malatcsta diede il segnale a soldati, ch’erano rimpiattati ; ed uscirono e si scagliarono impetuosamente sui nemici. La sorte delle armi si rese allora ambigua or propendendo dall’una parte ed ora dall’ altra ; ed era già il dì in sul declinare, né v’ era speranza a vederne decisa la vittoria. Roberto allora, acciocché pel soprag-giungere della notte non fosse necessario desistere dal combattimento, si scagliò egli stesso, con una squadra di genti fresche,