anno 1493. 153 sotto pretesto di assicurarsi in ambiduc forte difesa contro qualunque mossa dei partigiani di quella schiatta. E con tanta accortezza Lodovico seppe maneggiare quest’ alleanza, che l’Italia vide con istupore conchiusa una lega offensiva e difensiva tra Ferdinando, Lodovico e Lorenzo a sostegno delle loro ingiustissime usurpazioni. Ma questa lega non durò di molto: imperciocché, morto Lorenzo de’ Medici, e succedutogli Pietro suo figliuolo, il re Ferdinando seppe indurre scaltramente questo novello principe a favorire i proprii disegni, ed a collegarsi con lui per sostenere le ragioni della duchessa e del duca di Milano contro la tirannia di Lodovico. I quali maneggi, tuttoché secretissimi, non rimasero occulti alla scaltrezza di lui; il quale s’avvide, che sarebbe rimasto vittima della debolezza di Pietro e degli artifizii di Ferdinando, ove non si fosse affrettato a fortificare con altra alleanza novella il proprio partito. Rivolse quindi l’animo suo alla repubblica di Venezia ed al novello pontefice Alessandro Vi. CAPO XIII. Lega tra il papa, i veneziani e Lodovico Sforza. Alessandro VI, per verità, aveva veduto mal volentieri I’ alleanza del de’ Medici e dello Sforza col re Ferdinando ; perciocché da quest’ ultimo aveva ricevuto di già qualche dispiacere. Francesco Cibo, figliuolo bastardo d’ Iunocenzo VIII, aveva ottenuto dal padre alcuni castelli nelle vicinanze di Roma, ed erasi ritirato, dopo la morte di lui presso al novello capo della repubblica di Firenze: ne aveva anzi sposato la sorella. Pietro de’ Medici, regolato autorevolmente dal re Ferdinando, aveva indotto il cognato a vendere quei castelli, senza saputa del nuovo papa, a Virginio Orsini. La qual cosa rincrebbe assai ad Alessandro VI, sì per lo poco riguardo, che s’ ebbe, in disporre di feudi dipendenti dalla santa Sede, e sì perché 1’ Orsini, parente ed intimo vol. vn. 20