, anno 1515, 507 sui bagagli. Vi accorse la cavalleria per difendere gli assaliti, ma non potè manovrare; sicché i combattenti si diedero alla fuga., e la rotta diventò generale. 1 francesi lasciarono sul campo da cinque in sei mille morti e vi perdettero artiglierie, munizioni e bagagli : gli svizzeri non ebbero a contare più di mille cinquecento morti. Tutto il resto dell’ armata francese salvossi in Alessandria: nè là il generale Tramoglia riputandosi al sicuro, si ritirò neH’interno del Piemonte,risoluto di lasciare l’Italia e ripassare le Alpi. Andrea Grilli, che Io aveva sempre accompagnato, indarno gli mostrava l’irragionevolezza del suo avvilimento per la perdita di una sola battaglia: gli rappresentava, che una condotta sì timida farebbe credere a tutto il mondo, doversi attribuire questo evento, più che al valore degli svizzeri, alla viltà ed imperizia dei francesi, e farebbe onta gravissima all’onore di una nazione, ch’erasi segnalata con tanle vittorie. Anche il generale Triulzio la pensava siccome il Grilli. Ma il Tramoglia, occupato da un insensato terrore, continuò la sua marcia, ed uscì dall’ Italia, dopo avere perduta la sua riputazione e guastali gl'interessi del suo sovrano. Andrea Grilli lo abbandonò per ritornare a Venezia. * CAPO LVIII. Danni, che ne soffrono i veneziani. Era ben naturale, che i nemici, sbaragliato l’esercito francese ed indebolite per conseguenza le forze dei veneziani, dovessero ripigliar fiato ed aggiungere a questa vittoria sempre nuovi vantaggi. Tutte infatti le città del ducalo di Milano, incominciando dalla capitale, mandarono deputali a Massimiliano Sforza, per riparare, con una pronta sommessione, al disprezzo, che gli avevano fallo in darsi prima ai francesi. Massimiliano accettò il loro omaggio obbligandoli a pagare una grossa somma di denaro, eh’ egli poi fece distribuire agli svizzeri, che lo avevano così valorosamente salvato.