anno 1512. 483 giorno 28 marzo, a poca distanza dal campo dei confederati, i quali si ritirarono verso Imola, ond’ essere protetti dall' artiglieria di quella citlà. Gastone gl’ inseguì, ed eglino si ritrarono ancora, lasciando framezzo, che li dividessero da lui, fiumi e strade anguste. La quale posizione conservarono i due eserciti per varii giorni. Finalmente il duca di Nemours, pressato dagli ordini del re, che gli raccomandava di dar presto battaglia, si accinse ad assediare Ravenna, ben persuaso, che al papa sarebbe sommamente a cuore la difesa di quella città, la quale d’altronde non avrebbe potuto lungamente resistere. Questo disegno di Gastone non era sfuggito d’occhio ai confederati : prevedendolo anzi, vi avevano introdotto pronti soccorsi. Condussero allora 1’ esercito sotto a Faenza. CAPO XLVII. Battaglia di Ravenna. Gastone dispose le sue truppe lungh’ esso i due fiumi, tra cui è Ravenna, e incominciò a flagellarla colle sue artiglierie. Non andò guari che non vi facesse la breccia : quindi ne ordinò tosto l’attacco. Fu sostenuto per tre ore continue con tutto il valore da Marcantonio Colonna, che ne comandava la guarnigione. I francesi respinti per ben sei volte, si ritirarono colla perdita di trecento e più uomini. Raimondo di Cardona, viceré di Napoli, temendo di un secondo assalto, corse con tutto l’esercito confederato a difenderla. Vi s’inoltrò il sabbato santo sino alla riva destra del Ronco, di rim-pctto al campo dei francesi, che ne occupavano la sinistra : eresse a difesa de’suoi accampamenti una forte trinciera e la munì di buona artiglieria. Allora 1’ esercito francese si pose in ordine. Gastone di Foix si consigliò se avesse a passare subito il fiume, per poi collocarsi tra Ravenna e il campo nemico ; ma quel passaggio non si poteva