ANNO i 511. 469 degli ufficiali dell’imperatore, lutlora alleato del papa. Questo fu l’ultimo trattato che sottoscrisse il Ciamonte: cadde infermo dipoi, e morì a Correggio. Nel comando gli fu sostituito il Triulzio. Tostochè il papa ebbe assicuralo il desiino di Modena, prese opportuni concerti per impadronirsi di Ferrara. I veneziani posero tredici galere a guardia delle bocche del Po, acciocché nulla da quella parie fosse inlrodotto in ciità.Le truppe di terra occupavano varii posti lungh’esso il fiume; sicché bloccavanla strettamente: e queste, in aggiunta alle guarnigioni lasciate a presidio di Concordia, della Mirandola e di Bologna, formavano un cordone impenetrabile, che troncava qualunque comunicazione della città colle truppe francesi. Non rimaneva, che uno stretto passaggio per lo più piccolo ramo del Po verso la Romagna, e questo passaggio era protetto dal forte di Governolo, che stava tuttora in potere del duca. Giulio II ordinò I’ attacco di questo forte; ed i suoi generali 10 investirono con un corpo di sette mila uomini. Quando il duca di Ferrara n’ebbe notizia, si credette affatto perduto. Ma il cavaliere Bajardo, che lo vide in tanto smarrimento d’animo, gli si esibì a tentare uno sforzo vigoroso, per cui assicurargli 11 possesso di un posto cotanto importante. Rincoralo alquanto il duca, gli si affidò intieramente. Il cavaliere pigliò seco tremila uomini della guarnigione, e si pose in marcia Io stesso giorno : giunse il dì seguente di buon mattino a distanza di una mezza lega dàl campo nemico. La sua vanguardia, appena arrivatavi, assalì con impeto straordinario uno dei quartieri degli assediatori, i quali, sorpresi da quell’ impeto impreveduto, non furono in tempo di unirsi a sostenerlo e respingerlo. Il nemico gl’ incalzò così vigorosamente, che in breve ora non fu più possibile riparare il disordine e la confusione sparsasi in tutte le soldatesche veneziane e pontificie. L’esercito tutto ne fu posto in rotta e si sbandò, lasciando morti sul campo di battaglia intorno a tremila uomini, ed abbandonando alla preda dei vincitori sei pezzi di artiglieria e tutto il bagaglio. Questa vittoria salvò Governolo, ruppe il blocco di Ferrara e diede