S34 LIBRO XXVIII, CAPO LXXI. in Padova ed in Trevigi aveva seimila uomini di buona fanteria e millecinquecento di cavalleria; che per lei si sarebbero arrotati soldati da per tutto; le sue flotte erano numerose e ben armate; che, per 1’ opposto, i nemici andavano indebolendosi di giorno in giorno; eh'erano scarsi di viveri e di ogni altra cosa più necessaria. Ma nulla valsero sull’ animo di Leone X tutte queste considerazioni, perchè conosceva, che, quanto nell’ aspetto compariva favorevole e bello il progetto, altrettanto era nell’ esecuzione e nella riuscita pericoloso e difficile. Tutti i fili adunque, eh’erano stati tesi per maneggiare la desiderata pace, si ruppero, e tutte le speranze si dileguarono. CAPO LXXI. Vantaggi dei veneziani in Lombardia. Renzo da Ceri continuava instancabile e valoroso a difendere Crema, e siccome per l’addietro aveva tentato vantaggiose sortite contro i nemici, cosi ne tentò di nuove anche in seguito. Ebbe notizia, che Silvio Savelli era uscito da Milano con quattrocento fanti, cinquanta uomini d’arme ed uno squadrone di cavalleggieri ; ed egli mandogli incontro un distaccamento della sua guarnigione, il quale lo sorprese nella sua marcia, lo pose in fuga, lo inseguì sino a Pandino, e ne fece a pezzi la retroguardia. Rinforzò allora il Savelli il suo esercito coll’unirsi alle truppe milanesi capitanate da Prospero Colonna, eli’ era accampato in doppia stazione presso a Ombriano. Renzo, saputolo appena, uscì da Crema con tutti i suoi uomini d’arme e con mille fanti : mandò innanzi, per investire li due campi e tenerli occupati sino a sera in scaramucce, alcuni picchetti di cavalleggieri. Giunta la notte, allorché potè credere, che i nemici, stanchi per la fatica del giorno, fossero immersi nel sonno, inoltrossi coi suoi sino al campo del