. anno 1508. 297 Ad onta di tulle queste precauzioni, un corpo di mille tedeschi penetrò per una via, che non era stala custodita, perciocché la s’ era creduta impraticabile. Questi erano siati destinati per Genova, ove Massimiliano teneva secreta corrispondenza per mezzo di alcuni nobili, eh’ erano stati banditi da Luigi XII. Ma il d’ Amboise, governatore di Milano, avvertilo della loro marcia e delle loro intenzioni, li respinse valorosamente, sicché dovettero ripigliare il loro territorio. E sebbene in questa ritirata passassero sul suolo veneziano, non fu opposto loro verun ostacolo, perché il senato non voleva, che Massimiliano potesse mai dire, i veneziani esserne stati gli assalitori. In sul principio del seguente anno 1508, 1’ imperatore fece domandare al governatore di Verona il passaggio per quattromila cavalli, coi quali diceva di recarsi a Roma per farsi incoronare. Ma il governatore, avuti gli ordini del senato, rispose all’ araldo speditogli da Massimiliano, che l’apparato, con cui presentavasi il suo signore alle frontiere dello stato, con truppe e grossa artiglieria, manifestava disegni ben dissimili da quelli eh’ egli voleva far credere; che questo apparato di guerra porgeva alla repubblica troppo giusti sospetti, e che s’egli avesse tentato il passaggio in quel modo, avrebbe incontrato opposizioni e resistenza. Superati, dopo questa risposta, i monti del veronese, le truppe tedesche si scagliarono sul territorio veneziano ; ma vi furono respinte colla perdita del loro castello di Agresta. Massimiliano allora diede ordine alle truppe, eh’erano nel Friuli, di operare sul territorio cadorino ; ne mandò una porzione verso Roveredo, e fece che il resto dell’ armata s’inoltrasse verso il vicentino. Queste differenti marcie regolarono le operazioni dei francesi e dei veneziani; sicché si posero in tutti i lati sulla difesa. Maggiori precauzioni per altro conobbero doversi usare nel Friuli, perciocché da quel lato tendevano i principali sforzi del nemico. Massimiliano stesso vi si era recalo in persona, ed aveva sorpreso la piccola terra di Cadore, donde poi s’ era dilatato in tutto quel distretto, vol, vii. 38