anno 1499. 203 in cui Irovavasi di dover armare una flotta da opporre agli apparali dei turchi, non gli permetteva di poterne disporre. Le quali risposte furono da principio interpretate sinistramente da coloro, che mal volentieri vedevano imbarazzata la Francia con nuova guerra in Italia, o che favorivano il partito del duca di Milano : ma quando dai falli ne fu resa palese la verità, anche il re Luigi Xll si mostrò così pago della sincerità della repubblica, che conchiuse la lega senza più parlar di denaro; dichiarando anzi, che se la repubblica fosse atlaecala dalle armi dei turchi, la scioglieva dall’obbligo di somministrare a lui i concertati soccorsi. Tulio questo maneggio era rimasto secretissimo, finche non fu conchiusa la pace coi fiorentini ; perciò se ne maravigliarono tutte le potenze italiane tosto,chè n’ ebbero tutto ad un trailo la notizia. Fu cantala perciò nella basilica di san Marco una messa solenne dello Spirito Sanlo ; finita la quale, fu lelio in piazza pubblicamente il trattato alla presenza di tutto il popolo. Avvenne, che mentre leggevasi questo trallalo, si levò un gran vento, che lacerò lo stendardo della repubblica inalberato dinanzi alla facciata della chiesa : il quale avvenimento fu interpretato siccome indizio di funesto augurio. Perciò incominciarono sino d’allora gravi mormorazioni contro 1’ impresa progettata e convenuta col re. Intanto furono richiamali dalla Francia gli ambasciatori, che vi erano stati mandali ; ed in sostituzione di loro vi furono scelti Marco Zorzi e Benedetto Trevisan. CAPO IX. Preparativi per la guerra. Stabilita la convenzione, Luigi XII si diede ad allestire con sollecitudine l’esercito, che doveva calare in Italia. Lo voleva composto di mille seicento lancie, cinque mille svizzeri, quattro mille guasconi ed altrettanti fanti delle provincie del regno : alle quali