ANNO 1485. SS Queste erano stale tolte ai turchi dal despota di Larla, a cui avevano appartenuto da prima. Ne tenne ragionamento il provveditore veneziano di Modoue col pascià di Morea, e fecegli intendere, doversi riputare cosa pericolosa il lasciare in mano di un despota, tutto dedito al re di Napoli ed accanito nemico della porta ottomana, due isole di si grande importanza. Fattagli conoscere la gravità di questa circostanza, lo persuase quindi essere miglior consiglio, per la comune sicurezza, 1’ affidarle ai veneziani, amici ed .alleati del Gran-signore, i quali d’ altronde colle loro forze marittime erano in caso di mantenervisi fermamente. Piacquero queste idee al pascià, ed acconsentì, che le truppe della repubblica ne intraprendessero la conquista. Perchè le cose camminassero in regola, il provveditore diede notizia di tutti questi concerti al senato : ma seuz’ aspettarne la risposta nè dipendere dai suoi ordini, spedì allo Zante un distaccamento della sua guarnigione, ed ottenne 1’ isola con tutta facilità sotto il dominio di san Marco. Non così avvenne di Cefalonia, ove il fratello del despota di Larta aveva radunalo un grosso corpo di truppe, superiore notevolmente a quello, che gli poteva opporre il provveditore veneziano. Venuto in cognizione il senato dì questa impresa ne conobbe tutta 1’ importanza e riputò cosa necessaria il doversi assicurare delle d ue isole, che potevano divenire un nido di pirati, e molestare quindi il commercio nazionale, del pari che le spedizioni delle sue flotte all’ ingresso e all’uscita del golfo. Inviò pertanto a quella volta una squadra di dodici galere, capitanale da Cristoforo Duodo, con ordine di andare direttamente a Cefalonia; di proporre al fratello del despota la cessione dell’ isola alla repubblica per una pen-' sione annua di cinquecento ducati ed una compagnia di trecento lancie; in caso di rifiuto, di scacciarlo a forza dall’isola. Giunto il Duodo a Cefalonia, ne trovò gli abitanti disposti a ' sollevazione contro il fratello del despota ; perciocché n’erano governati con ogni durezza di tirannia. Manifestò a lui le intenzioni