anno 1501—1503. 237 Marin Sanudo, ne’suoi Diarn(i), ne parla invece così: «Adi 20 » septembrio di Luni a hore 23 morite el sereniss. principe nostro * mss. Agustin Barbarigo con mala fama, che da Xptofol Moro in » qua niun doxe taliter è morto, che era una maraveia a udir le » maledition ogniun li dava per la superbia, rapacità, tenacità, » avarizia era in lui.....» Anche de’suoi funerali ci dà notizia colle seguenti parole: « Et » poi adì 23, hessendo prima sta messo in sala di Piovego per » tre zorni con li zentilhomeni vestiti di scarlato : e li consejeri e » cai di 40 andati a habitat’ nel palazzo : demum ai 23 di zuoba » li fo fate lo exequio consueto in san Zuane e Polo et fece la ora-» tion ser Domenego Venier di ser Andrea el eonsier : eleganti » pronuntiatione et geslu mirabile, et non voglio restar che nomi-» nando il re Carlo di Franza disse, che per cupidità di regno era » venuto in Italia: et domino Aeursio orator di Francia alta voce * disse : Tu mentiris, e perho fo ordinato ditta oration non fosse » stampata nè data fuora. Et poi la sera il corpo dii prefato prin-» cipe fo portato a la charilade dove fu sepulto in la soa archa » nuova, dove etiam in una altra è suo fradello mess. Marco » Barbarigo. » Narra il Laugier, essersi radunato, dopo la morte del doge Agostino Barbarigo, il Consiglio maggiore, ed avere istituito la famosa magistratura degl’ Inquisitori di stato. Secondo lui adunque, essa avrebbe avuto principio nell’ anno 1501. Egli porta anche i nomi dei tre inquisitori, da lui creduti inquisitori di stato, e dice perciò ignorantemente : « Li primi inqui-» sitori di stato furono Antonio Loredan, Leonardo Grimani ed » Antonio Tron. » Questi tre invece furono i tre inquisitori, che si eleggevano ad ogni morte del doge per indagare le azioni del defunto ; siccome già ho narrato alla sua volta, quando ne commemorai l’istituzione (2). E per mostrare più chiaramente lo (i) Tom. IV, pag. 4° a tergo. (2) Ved. nella pag. 191 del voi. I.