anno 1513. 497 Nell’ ultima udienza, che il vescovo di Gurck ebbe dal papa, offerì al santo padre, in nome dell’imperatore, di cedere alla santa sede il dominio su Parma, Piacenza e Reggio, senza pregiudizio dei diritti dell’ imperatore. Questa offerta, cotanto vantaggiosa alla corte di Roma, fece risolvere Giulio 11 ad abbracciare il partito dell’imperatore. Segnò quindi il trattato con questo ; diede ordine agli ambasciatori veneziani di andarsene; rinnovò contro la repubblica di Venezia la sentenza di scomunica e d’ interdetto, di cui T aveva colpita in sul principio della guerra ; fece restituire agli agenti dell’imperatore la città di Brescia; e finalmente attestò il suo gradimento verso il vescovo di Gurck col decorarlo del cappello cardinalizio. CAPO LI1. I veneziani cercano V alleanza del re di Francia. Giulio II, malgrado sì avverse disposizioni contro la repubblica di Venezia, e temendone gravissime conseguenze, mandò al senato, in sul principio dell’ anno 1513, Jacopo Stafileo in qualità di suo nunzio, per tentare i veneziani a riconciliarsi definitivamente colTimperatore, giacche stavano per finire i dieci mesi della tregua stipulata con esso. Ma la repubblica, abbastanza ammaestrata dalla poca lealtà di Giulio li, aveva cangialo il suo sistema politico e dirigeva il suo animo a novelle alleanze. Risolse pertanto di trattare col re di Francia. Spedì quindi alla corle di lui un secretano del Consiglio dei Dieci, perchè si adoperasse a ricuperarne 1’ amicizia; lo pregasse a dimenticare il passalo ed a persuadersi, che il loro interesse comune esigerebbe in avvenire di unirsi a vicenda contro un nemico disprezzatore di ogni legge e di ogni trattato. Intanto Giulio II si maneggiava presso la corte d’ Inghilterra, per impegnare Enrico VIII a muovere tulle le sue forze contro la Francia, ed esibivasegli a far pronunziare dal suo concilio di vol. vii. 63