162 LIBRO XXVUI, C4PO XXXVII. della repubblica cd una squadra di turchi mandatigli di tutta fretta dal governatore veneziano della Stellata, prese alquanto più di coraggio e ricusò di accettare le condizioni propostegli dal generale francese. Intanto 1’ esercito francese erasi inoltrato sino al ponte del Reno, ch’é a tre miglia da Bologna: e d’ allora in poi cominciò un andare e venire di ambasciatori dall’ una parte e dall’ altra a proporre condizioni, a rinnovarle, a modificarle : nulla per altro si conchiudeva nè dal papa né da Ciamonte, perciocché notevolmente s’erano cambiate le condizioni di entrambi. Ciamonte aveva perduto ogni speranza di poter sollevare a tumulto i bolognesi per mezzo dei Benlivoglio, ed era d' altronde in grave strettezza di vettovaglie; la quale strettezza gli preparava un avvenire poco vantaggioso. Giulio II aveva ottenuto 1’ assistenza dei veneziani ed aveva tratto a sé finalmente anche il popolo di Bologna, ed era inoltre incoraggiato dalla speranza, che in quella notte medesima avesse ad entrare in città un corpo di altri dugento strattoli dei veneziani, un corpo di dugento cavalleggeri condotti da Fabrizio Colonna, ed un corpo altresì di soldati spagnuoii; cosicché vedendosi ormai fuori del pericolo, che Io aveva angustiato il dì precedente, non si curava di qual si fosse deliberazione, che avesse preso Ciamonte ; a cui anzi fermamente dichiarava, non esservi luogo a verun accomodamento, finché il re di Francia non avesse ritirato ogni sua difesa dalla città di Ferrara. Laonde il generale francese, vedendosi in pericolo di perdere l’esercito per la fame, né potendo più azzardare veruna impresa su Bologna, ritirò le sue truppe sino a Castelfranco; fingendo per altro di farlo, per secondare le istanze degli ambasciatori di Massimiliano, di Ferdinando d’ Aragona e deire d’Inghilterra, e dicendo di volere così lasciare al papa un qualche tempo a pensarvi. Ho narrato di sopra, che il governatore veneziano della Stellata mandò a Bologna, in assistenza del pontefice, oltre ad altri sussidii una squadra di turchi. Su questa circostanza dei turchi