anno 1503. 257 supplicò il pontefice a non dare ascollo ai nemici della repubblica, i quali per le particolari loro viste non si curavano di strascinare di bel nuovo l’Italia in agitazioni e discordie. Al quale discorso il papa, non riputando per anco maturo il tempo di rivelare gli occulti suoi pensamenti, rispose : « Che non badava alle vane disseminazioni e specialmente alle voci di coloro, che tentassero frappor gelosie per sciogliere la reciproca corrispondenza della sanla Sede colla repubblica; che l’amava di vero cuore a segno, che bramava di esser chiamato col nome di veneziano, com’ era nell’ animo, e che avrebbe sempre goduto de’ pubblici avanzamenti, ben conoscendo non andar questi disgiunti dal bene della Chiesa di Dio e della religione, di cui con ragione doveva esser chiamata larepubblica di Venezia il più forte e costante antemurale contro il comune nemico. » — (1). Le quali espressioni di Giulio II non erano sincere ; e lo attestarono gli avvenimenti posteriori. Egli infatti mandò a Venezia, in qualità di ambasciatore, Angelo Leonini, vescovo di Tivoli (2), il quale nel primo giorno, in cui si presentò al senato, espresse bensì sentimenti affettuosi verso la repubblica, esponendo anche la riconoscenza del papa a quanto aveva essa operato per 1’ esaltazione di lui ; ma poscia soggiunse, che essendo destinato quel giorno per supplire ai dovuti ufficii e non per trattare di affari, si riserbava a comunicare nella prossima udienza, gli ordini, che aveva dal papa. E di fatto, ritornato il dì seguente al Collegio, dichiarò in nome del suo mandante, che la santa Sede, avendo antichissimi titoli sopra le due città di Rimini e di Faenza, ne chiedeva alla repubblica la restituzione ; la qual cosa confidava sarebbe stata prontamente accordata per la filiale rassegnazione, che la repubblica aveva sempre mostrato verso i sommi pontefici ; e nel tempo stesso chiedeva a nome del santo Padre, che la repubblica si (1) Diedo, Stor. della Repub. di Veri., Venezia lio parlato nelle mie Chiese d'Jta-lib. XIII, pag. 363 del tom. 1. lia, pag. 388, del voi. VI. (2) Di questa legazione del Leonini a vol. vii. 33