ANNO 1510. 455 bisogna schiacciare la testa al serpente. « E appena un secolo, egli » prosegue, che sono usciti dalle loro paludi ed hanno posto il » piede sulla terraferma, ed hanno già ottenuto colle loro frodi as-» sai più di dominio, che non ne abbiano ottenuto colle armi i ro-» mani in dugent'anni. Ma quando avranno soggiogato tutta quanta » l’Italia, forse che vorranno starsene quieti? Non già; che anzi * pasconsi di ambiziosi pensieri e disegnano ai modi di oltrepas-» sare le Alpi, di gettar ponti al Danubio, sul Reno, sulla Senna, * sul Rodano, sul Tago, sull’ Ebro, per fissare il loro dominio su » tutte le provincie di Europa. Un dovizioso padre di famiglia » stenta a contenersi nei limiti della modestia ; e voi supporrete » moderazione in una turba di tiranni nutriti nella superbia e nel-» l'opulenza, in una genìa uscita dalla feccia e dal rifiuto delle na-» zioni, che, ritiratisi nei pantani di Venezia, vissero già di pesca, » poi di pescatori si sono fatti rigattieri, di rigattieri piloti, di piloti » mercatanti, di mercatanti signori e principi per mezzo di rube-» rie, dì assassini, di avvelenamenti, e di ogni specie dei più deli testabili delitti? Costoro diconsi padroni del mare, benché debba » questo essere in comune, od appartenere per lo meno alla maestà » dell’ imperatore, a preferenza di ogni altro principe. Lo sposano * non altrimente che se fossero i mariti di Tetide o moglie di Net-» tuno. Nè i cartaginesi, nè i romani avevano mai pensato a sif-» fatta invenzione, degna veramente di quei corsari, di quelle ba-» lene, di quei Ciclopi, di que’Polifemi, che circuiscono per ogni » banda il mare e sono ora da temersi più dei mostri marini, delle » secche, degli scogli, delle procelle. Oh quante navi e vascelli » mercantili furono presi, svaligiati e venduti da cotesti detestabili » pirati! 0 quante città e provincie, da pria fiorenti per lo com-» mercio, furono saccheggiate da loro! Ma fanno eglino ancor di » peggio. Obbligano i loro sudditi a portar materiali pei pubblici » edifizii,come se fossero cavalli od asini; gli obbligano per forza » alla guerra od a servire sulle galere, e li castigano battendoli * con nerbo di bue; gli opprimono con gabelle ; mandano nelle