170 LIBRO XXVI, CAPO XX. CAPO XX. Guerra delle truppe confederate contro l esercito francese. Pronti i veneziani ad eseguire i patti della lega, richiamarono in patria gli ambasciatori, che risiedevano presso il re Carlo, e spedirono tosto una somma considerevole di denaro e molte milizie a Roma, in difesa del papa Alessandro VI. Conoscendo Carlo il pericolo, che sovrastavagli, se le truppe alleate, insieme unite, gli avessero chiuso 1’ uscita dall’ Italia, deliberò di lasciare in Napoli alcune poche soldatesche sotto il comando del generale Montpensier, della casa di Borbone, per difendere il conquistato regno: ed egli si avviò alla volta di Boma, ove potè con facilità penetrare. Alla sola fama, che il re Carlo partisse, cominciarono a suscitarsi nel regno di Napoli tali novità e cambiamenti, che, nel dì medesimo della sua partenza, sbarcava nella Calabria il re Ferdinando li, protetto dalle milizie spagnuole ; n’ era incontrato con allegrezze e con feste dai sudditi, annojati di già del dominio francese; ed innalzavasi nella città di Reggio lo stemma di lui. Contemporaneamente la flotta veneziana, condotta dal generale Antonio Grimani, crasi mostrata dinanzi alle spiagge della Puglia ; e poiché s’erano conservate fedeli a Ferdinando le isole d’Ischia e di Lipari, Terranuova nella Calabria, Brindisi, Gallipo- li, la Malizia e la Turpia, era ben facile ad assicurarsi, che in breve tempo, e per l’incostanza dei popoli e per la debolezza dei presidii francesi, tutto il regno dovesse ritornare sotto la primiera obbedienza. Né tutte queste considerazioni valevano a rallentare la marcia del re Carlo, il quale sollecitava il suo cammino alla volta di Roma, ansioso di rendersi benevolo l’animo del pontefice; dalle cui buone disposizioni unicamente poteva lusingarsi di potersi conservare la sovranità di quel regno. Ma il papa angustiato da