294 LIBRO XXVII, CAPO XXXVI. » compensali dei molti danni sofferti ; ed egli non avendo più verun » interesse di qua delle Alpi, se ne ritirerà, ovvero farà la pace per » sé, lasciando noi nell’ impaccio. Da tuttociò è fatto palese, che la » nostra società coll’ imperatore sarebbe fèconda di guai e di peri-» coli; non già 1’ alleanza col re Luigi. Quelli, che hanno parlato » testò dall’ arringo, hanno stravolto il punto radicale della que- • stione : hanno ommesso le considerazioni esposte or ora da me, » per limitarsi all’ unica supposizione dell’alleanza di Massimiliano » e del re contro di noi. Sarebbe, è vero, pericolò grande, ma non » sarebbe poi pericolo nuovo, di cui avete fatto già prova due vol-» te; ma avete altresì sperimentalo, quanto difficilmente riesca » una unione poco sincera, in disaccordo colla politica, e contra-» stata da tante gelosie e inimicizie. Tuttavolta io non voglio, che » una sicurezza imprudente ci faccia chiudere gli occhi ad un pe-» ricolo verissimo: domando soltanto,se sia esso più probabile ad » accaderci restando noi col re ovvero collegandoci coll’ imperali tore. Sembra, che a Trento ed a Blois la proposta di collegarsi » a nostra ruma sia derivala dai ministri francesi. Era poi essa un » laccio teso all’ imperatore, per distrarlo dall’ impedire 1’ ingran-» dimento del re in Italia ? od aveva essa veramente lo scopo di » dividere con esso le nostre provincie ? Non voglio prendere ad » esame questa questione: osservo bensi, che quando tali proposte » furono fatte al re, noi gli eravamo alleali ; e perciò dico, che lo » stesso progetto gli può cadere in mente la terza volta, senza che » noi abbiamo rotto 1’ alleanza con lui, e che più naturalmente gli » potrà venire in capo, se noi ci saremo alienati da lui. Notate di » grazia, che molli degli argomenti, su cui appoggiasi T opinione » contraria si possono rovesciare su di essa. Dicesi, che se il re » teme 1’ imperatore, cercherà di riconciliarsi con lui ; se non lo » teme, concerterà con esso alla partizione delle nostre provincie. » Ma si può dire altresì: se il re teme l'imperatore, si guarderà » bene dal farselo suo vicino, col proporgli la divisione di ciò, eh’è * nostro: se non lo teme, non si curerà di farselo amico. Questi