138 UDRÒ XXVI, CAPO II. Un’ altra precauzione era da osservarsi, per assicurare alia repubblica il tranquillo possesso di quell’ isola e di quel regno : il darne, cioè, notizia dell’ avvenuto cambiamento al sultano di Egitto, di cui era esso tributario. Per questo fine fu spedito al Cairo l’ambasciatore Marco Malipiero, in nome della regina e del generalo veneziano, acciocché fatto consapevole quel principe ne auteo*-ticasse colla sua approvazione il trasferimento di sovranità tra questo e quella stipulalo e conchiuso. Le commissioni avute dal Malipiero consistevano in presentare al sultano preziosi regali in nome e dell’ una e dell’ altro, ed a esibirgli la somma di sedici mila ducati a titolo di tributo del regno di Cipro per gli ultimi due anni trascorsi. Eseguiti appena questi ordini doveva darne al senato diligente notizia dell' esito. Finché tutte queste formalità si compivano era giunto il dì 15 maggio ; ultimo del soggiorno di Caterina Cornaro nell’ isola del suo regno. In questo giorno infatti ella s'imbarcò con suo fratello Giorgio sulla galera del comandante Priuli, ed il giorno 6 giugno arrivò a Venezia. Andò ad incontrarla con solenne pompa il doge co’ suoi consiglieri e con numerosissimo seguito di nobili e di gentildonne ; la condusse al palazzo ducale, e la onorò con tutta la magnificenza, che avrebbe convenuto alla dignità, di cui non erale più rimasto che il semplice titolo. Suo fratello Giorgio, in ricompensa del servigio prestato, fu innalzato alla carica luminosa di procuratore di san Marco. A lei fu assegnato a soggiorno il castello di Asolo nel territorio trivigiano. Ivi ella visse da regina, tenendovi corte e ricevendone gli omaggi, quasi a conforto del molto, che aveva perduto. Ivi però non morì; perchè in occasione della famosa guerra di Carnbrai venne a ricoverarsi in Venezia. In Venezia pertanto finì i suoi giorni, e fu sepolta nella chiesa eh’ era allora dei canonici regolari di san Salvatore, ove 1’ epigrafe sepolcrale ce la ricorda regina di Cipro e di Armenia.