I)W LIBRO XXVIII, CAPO LXXIII. • combattè poi in battaglia co' romani. Perciò che coloro che non • avrebbero avuto ardire di passar l’Alpi, seppero poi vincere il » vincitore attaccando le battaglie in luogo di vantaggio. > E così con gran desiderio del re, non rifiutando i soldati né fatica né pericolo alcuno, l’esercito fu menato da Granopoli a Vigilia, e quindi giunto insieme tutte le genti a Mura, e per dritto viaggio a Embrun. Partendo adunque da Embrun il Borbone e ’1 Triulzio, i quali guidavano la vanguardia, fallo provvisione di vettovaglie per cinque giorni, giunsero a san Clemente e a san Crispino, terre tra le montagne. Quindi sotto la man sinistra lasciato il monte di Ginevra, l’esercito passò a guazzo la Durenza ; e fatto gli alloggiamenti a Gilestra e passalo poi il monte Avalzio, con gran fatica giunsero alla balza di san Paolo. La quale, perchè era dirupata e malagevole molto da passare, con incredibile prestezza apersero col ferro e menarono oltre le artiglierie. Il dì seguente calarono nella valle di Barcellona. Questa valle, impedita da sassi grandi e d’ asprissimi poggi, che vi sono interposti, metteva dispe-razion grande nell’ impresa. Perciocché bisognava tagliare con picconi e con scuri quei colli di sasso, spianare 1’ erte ; e non potendosi servire in nessun modo per quelle balze de’cavalli, l’artiglierie l’avevano a portare sulle spalle dei soldati. In questo mezzo elle s’ attaccavano con funi grandi tirate agli scogli e a tronchi degli alberi, e con gran maraviglia di tutto l’esercito si tiravano con macchine clic si volgevano, e col benefizio degli argani d’una balza all'altra, essendovi poste in frainezzo profondissime valli. Ed anco in alcuni luoghi fornivano i lati delle balze ignude, dove vi mancava la via, messovi sotto de’ grossi e sicuri puntelli e frappostovi delle travi, e oltra di questo ancora, postovi sopra e spianatovi delle fascine di sterpi, del terreno e delle zolle, tacevano strade sospese alle carrette che passavano. E così con maravigliosa industria degli artefici e con singoiar fatica de’ soldati menarono tutte le bagaglie dell’esercito nella valle Argenterà. Il giorno seguente dalle terre di Larchia e d’Ebergia tutto 1’ esercito calò