Zj82 LIBRO XXVIII, CAPO XLVI. di dieci mesi a favore dei veneziani, i quali per averla acconsentirono di pagargli cinquantamila ducati a titolo di compenso per le spese della guerra, e di lasciarlo temporariamente padrone delle città e dei luoghi, che aveva occupati, e nominatamente di Gradisca, di Vicenza e di Verona (1). Nel mentre che si facevano questi concerti, per cui la repubblica poteva alquanto riaversi dai gravi suoi danni, gli svizzeri mandarono a Venezia dieci deputati, i quali a nome dei loro cantoni aderivano solennemente alla lega del papa, dell’ Inghilterra, della Spagna e dei veneziani contro la Francia. CAPO XLVI. / francesi portano la guerra nella Romagna. Di sì grandioso apparato, che si andava facendo contro di lui, comprese il re Luigi XII tutta la gravezza e ne previde le conseguenze funeste. Conobbe quindi necessario il prevenirne i danni con qualche impresa non aspettata. Perciò diede ordine al duca di Nemours di trasferirsi senza indugio con lutto il suo esercito nella Romagna e di attaccare vigorosamente i confederati, prima che questi avessero potuto unire insieme tutte le loro truppe. Quattordicimila fanti e mille ottocento uomini d’arme, composti di papalini e di spagnuoli erano accampati nella Romagna. Li comandava in persona il viceré di Napoli ed aveva ordine dal suo re di evitare quanto più poteva il combattimento, per la speranza che la flotta inglese avesse obbligato ben presto il re Luigi XII a richiamare in Francia una buona porzione delle sue truppe. L’e-sercito condotto da Gastone di Foix, unitamente a quello del duca di Ferrara, ascendeva a più di ventimila uomini ed era provveduto di ottima artiglieria. Questo giunto nella Romagna si avanzò, il (i) Se ne può vedere il trattato presso il Lunig, Codex diplomaticus ecc., toni. Ih part. II, sect, VI — XXX.