136 LIMO XXVI, CAPO VI. al suo grado; che ¡¿.Signoria lo offeriva o di lasciarle tutle le sue rendite attuali, ovvero di disporre per la sua corte siccome meglio le fosse piaciuto. Sorpresa Caterina per siffatta proposizione, si lamentò acremente del poco riguardo, che si aveva per lei, e rispose, che la Signoria non poteva essersi determinata a recarle si grave insulto, se non in conseguenza di calunniatrici informazioni che le fossero stale recate circa la condizione del suo regno. Giorgio soggiunse, ehe il senato e la Signoria avevano preso questa risoluzione dopo di avere dirigentemente considerate e pesate le circostanze delle cose, e che il fesistervi noo conveniva nè alla sua prudenza nè al suo interesse. Caterina domandò tempo a decidere: ma accòrtasi, eh’ ella nel suo palazzo era custodita quasi come prigioniera, intese ch’era d* uopo sottomettersi, e dichiarò al fratello, di essere pronta a secondare il desiderio del senato. Avuta ila lei questa dichiarazione, Giorgio ne diede avviso al comandante della flotta, il quale ben tosto entrò con tutte le sue galere nel porlo di Fainagosta. Ciò avvenne il giorno 2 febbrajo dell’ anno 1489: ed ella stabilì per la sua partenza dalla capitale del regno il dì 15 dello stesso mese. Nel qual giorno infalli Caterina Cornaro lasciò Nicosia ed av-viossi alla volta di Famagosla, accompagnata da un consigliere, dal provveditore dell’ isola e da Giorgio suo fratello, e scortata da numerosa squadra di soldati a piedi e a cavallo. Tulio il popolo in folla le corse dietro, e versando lagrime di tenerezza e di affetto le diede 1’ estremo addio. I reltori di Famagosla, consapevoli del suo arrivo, vennero ad incontrarla con uno dei provveditori e con molti capitani della flotta. Alle porle della città aspettavala il clero, donde solto baldacchino la condusse al palazzo reale, in mezzo alle universali acclamazioni. Francesco Priuli, generale della fiotta venne aneli’ egli a renderle omaggio ed a presentarle i dispacci del senato, di cui era stato incaricato ; e nel presentarli pregolla a riceverne in buona parte il contenuto. La regina quindi radunò il suo consiglio di stato, e, dopo di