222 LIBRO XXVII, CAPO XVI. Cherso, e fosse spogliato della carica onorevole, che copriva, di procuratore di san Marco. E questa carica medesima fu conferita, a voli unanimi dello stesso Consiglio, al valoroso Nicolò Michel, quasi a premio della sua eloquenza e della sua magnanimità in maneggiare questo difficile argomento. É poi falso ciò, che narrano alcuni scrittori non ben informati dalle nostre storie; essere fuggito dall’ isola del suo esilio il Gri-mani ed essersi trasferito a Roma presso al cardinale suo figlio. La quale falsità viene manifestala primieramente dal silenzio uniforme di lutti gli storici e di tutte le cronache nostre, che non fanno punto menzione di questa fuga; ed in secondo luogo è confermala dalla notizia, che si ha dalle allre cronache e dagli stessi registri della cancelleria ducale, essere siala restituita, alquanto dopo, al Grimani la dignità di procuratore di san Marco mentr era confinato in Cherso, ed essere stalo subito richiamato in patria, ove nell’anno stesso diventò finalmente anche doge. CAPO XVI. I turchi molestano i veneziani nel Friuli. Non minori molestie di quelle, che recassero nel Levante, vennero i turchi a recare alla repubblica di Venezia più addentro ancora de’suoi dominii. Per suggerimento del duca Lodovico Sforza, eh’ era tuttora profugo presso l’imperatore Massimiliano, il re di Ungheria concesse libero passaggio per la Croazia ad un esercito lurco, condotto da quello stesso Scanderio, il quale pochi anni addietro aveva danneggiato cotanto colle sue scorrerie la provincia del Friuli. E nel Friuli appunto s’ inoltrò di bel nuovo, e venne ad accamparsi sotto Gradisca, dopo di essersi impadronito di lutto il circostante territorio. Di là, passato il Tagliamento, continuarono quei barbari le loro marcie, o piuttosto scorrerie, sino al fiume Livenza, depredando, e saccheggiando e ammazzando