anno 1495. 169 che il duca di Milano tentasse 1’ acquisto di Asti, per impedire i soccorsi della Francia al re Carlo; e che i confederati somministrassero denaro all’ imperatore ed al re di Spagna, per assalire colle armi le frontiere del regno di Francia. Quest’ alleanza fu maneggiala dal senato di Venezia con tale e tanta secrelezza, a merito del Consiglio dei Dieci, che 1’ ambasciatore del re francese, Filippo Comines, benché ogni giorno si recasse alle pubbliche udienze nel palazzo ducale, e parlasse coi ministri degli altri principi, nulla ne potè mai penetrare: nè seppe egli di questo trattato se non che nel dì seguente alla stipulazione, allorché, invitalo al Collegio, il doge gli e ne diede notizia in nome della repubblica. Narra Io storico francese Arnaldo Fefron, che l’ambasciatore Comines ne rimase sì fattamente colpito, che perdè sull’ istante 1’ uso della favella e dei sensi. Riavutosi alquanto dal suo smarrimento, domandò se sarebbe impedito al suo re di ritornarsene in Francia; al che rispose il doge, poter lui partirsene liberamente, se risolvesse di partire amico; nel qual caso non avrebb’ egli di che desiderare nelle comuni dimostrazioni di benevolenza e di stima verso la sua persona. Comines soggiunse allora, che vedeva apertamente essere intenzione della repubblica di volere la guerra per trame partito ad ingrandimento dei proprii stati. E ciò dicendo, si alzò per uscire dalla sala dell’ udienza. Ma fu tosto invitato a restarvi, e il doge gli domandò, se avesse alcuna proposizione da fargli. « No, rispose » egli. Non v’ ha più tempo. Voi volete la guerra, e l’avrete; ma » costerà molto sangue all’ Italia. » Era così confuso 1’ ambasciatore, che nell’ uscire dalla sala, voltatosi ad un segretario della cancelleria, il quale lo accompagnava, gli disse : « Amico, vi prego a ripetermi ciò che il doge mi » ha detto, perchè ne ho perduto la memoria. » Egli per altro non ne conosceva che la conclusione generale; ne ignorava affatto gli articoli secreti. Ma quando questi furono manifestati al re Carlo, egli si dispose a ripassare in Francia. vol. vii. 22