Amo 1^99. 217 ad assalirli. Si mise perciò ad inseguirli coraggiosamente ; tanto più che da Corfù era giunto a rinforzare vieppiù la sua flotta il provveditore Antonio Loredan con undici grippi e quattro navi mercantili armate da guerra. Fu accolto il Loredan con grida di esultanza da tutta 1’ armata, ma con altrettanto di freddezza dal Grimani, che lo mirò con occhio di gelosia, quasiché fosse giunto a frammischiarsi alla sua flotta, collo scopo di usurparsi una porzione di quella gloria, eh’ egli ambiva tutta per sé. Ma, dissimulando il suo rancore, gli permise di montare una delle due grosse navi della repubblica, mentre dell’ altra affidò il governo ad Alberto (1) Armerio. Entrambi sisegnalarono nel valore attaccando una nave turca, forte di mille uomini : 1’ abbordarono di concerto, gettarono i rampini, si precipitarono colle loro genti framezzo ai turchi e ne fecero orrendo macello. I nemici, ridotti ormai alla disperazione, tentarono un colpo da disperati. Diedero fuoco alle due navi veneziane, che li tenevano uncinati. Le Camme, dilatatesi repentemente, si attaccano al ripostiglio delle polveri ; sicché quanti vi erano dentro vi perirono. Il fuoco si appicca quindi alla nave dei turchi e ne moltiplica i danni. Senonché, soldati, marinaj, uffìziali si gettano in mare, ed alcuni vengono salvali dagli schifi, che dai loro colleghi furono ad essi sollecitamente spediti. Pochi soltanto dei veneziani potè ricuperare Tommaso Duodo colla scialuppa della sua nave; Alberto Armerio ed Antonio Loredan, le ciurme lóro ed ogni cosa ne rimangono vittime. L’ Armerio, caduto vivo in mano dei turchi, fu condotto a Costantinopoli ; ove, non volendo rinnegare la fede cristiana per sottrarsi dalla morte, fu segato vivo. Nel lagrimevole caso di questa zuffa non vi fu chi accorresse in ajuto delle due navi di quei prodi veneziani, tranne la nave di Vincenzo Polani e la nave di Alvise Marcello : ma la prima, bersagliata da incessanti colpi dei turchi, fu costretta a retrocedere (t) Altri lo dissero Albano. vol. vii. 28