142 Conquiste all’ignoto e bisognò tornare nella zona precedente che Cagni non avrebbe mai voluto abbandonare. La domenica 30 luglio, d’accordo col Duca, Cagni iniziò la lettura di qualche passo delle Meditazioni del Clarke sulle virtù teologali. Si preparò a quella specie di rito sopprimendo dal testo i periodi troppo astratti perché tutti potessero comprendere, cominciando con la meditazione sulla virtù certo più necessaria in quella circostanza: la pazienza. Il Principe assisteva con tutti gli Italiani alla lettura che Cagni faceva nel quadrato ufficiali e terminava all’uso marinaro col grido di «Viva il Re! ». Contemporaneamente i Norvegesi cantavano i loro salmi nel quadrato equipaggi. Costretti ad attendere l’apertura dei ghiacci, gli uomini osservavano, nei momenti di schiarita, lontane e irraggiungibili zone di mare libero. Quel supplizio di Tantalo esasperò il nervosismo comune e la reciproca intolleranza: fra Cagni e Cavalli sorse un incidente a proposito dell’ora della sveglia mattutina che Cavalli non rispettava troppo alla lettera; poi altro incidente fra Cavalli e il Duca; ma più frequenti erano i contrasti fra il Duca e Cagni perché il primo, nell’orgasmo di ingannare l’attesa, faceva continua-mente spostare i carichi di bordo, ed il secondo lamentava di dover ammattire per rimettere poi a posto ogni cosa. Finalmente la stretta dei ghiacci che aveva guastato il timone della baleniera si allentò; era il 3 agosto. Ma proprio in quel momento erano sbarcati Querini e le guide con tutti i cani per dare un po’ di libertà agli animali. A bordo si decise di cogliere ugualmente l’attimo favorevole e di mandare avanti la ‘ ‘ Stella Polare ’ ’ : con le macchine a tutta forza la nave scomparve nella nebbia. Ma Cagni provvide a gettare dal ponte, sui lastroni che fiancheggiavano la rotta, dei pezzi di carbone per lasciare una traccia da seguire poi a ritroso — nuovo filo d’Arianna — onde ritrovare i compagni rimasti. E difatti, appena la baleniera fu di nuovo arrestata, egli si diresse alla loro ricerca spingendosi fra i ghiacci su una barca a forza di remi. Con qualche fatica ritrovò il gruppo; poi aiutato da Querini e dalle guide, si diede a rincorrere gli animali in fuga per