anno 1509. 103 La costernazione in Ferrara era somma : ad ogni momento vi arrivavano genti del contado a narrare come i nemici distruggevano ogni cosa ; i borghi, i villaggi, le terre sull’ una e sull’ altra sponda erano in cenere. Ferrara contava allora intorno ad ottanta mila abitanti ; ma era presidiata assai male. Furono chiamati i francesi ad assisterla ; ma il duca non potè ottenervi che un drappello di cencinquanta uomini d’ arme. Da che farne mai, se i veneziani avessero avuto tempo di passare il Po ? Nè d’ altronde potevano essi venire in maggior numero, perchè 1’ esercito della repubblica, accampato sotto le mura di Verona, li teneva occupati nella difesa di quella città. Tutta volta anche questo scarso numero cooperò alla difesa del duca efficacemente ed al danno dei veneziani. La notte del 20 venendo il 21 di dicembre, furono piantale batterie sui luoghi alti, che signoreggiano il fiume; le quali allo spuntare dell" alba incominciarono a fare un fuoco terribile sulla flotta e sul ponte. Le truppe, eh’erano a terra, non potevano dare addosso a quelle batterie; nè v’ era modo di rispondere ad esse coi cannoni delle galere, ned era d’ altronde possibile lo stare in tanta vicinanza ad un fuoco cosi dannoso. Due galere ed altri legni inferiori furono affondati alla prima scarica ; due o tre tagliarono le funi delle ancore e si abbandonarono alla corrente del fiume, strisciando sotto al fuoco di tutte le batterie, che stavano sulla riva ; il restante, forato dalle palle, fu abbandonalo dai marinari, che si salvarono nei palischermi o a nuoto. In questo fatto perirono più di due mila veneziani. Due sole galere, con alcuni legni minori, poterono fuggire incolumi: il Trevisano trovò scampo anch’egli in una piccola scafa. Fu attribuito a lui il cattivo esito di questa impresa, incolpalo di poca vigilanza sulle sue genti, di avere lascialo senza custodia il ponte e le palizzate, nel mentre che i soldati s' erano abbandonati al saccheggio. Fu inoltre accusato di avere ributtato con superbe e crudeli risposte i patti, a cui volevano calare i ferraresi eà il duca. Di tuttociò lo accusarono gli avogadori dinanzi al