anno 1507. 295 » argomenti non sono che vane arguzie : tutto per altro è possi-» bile : ma confessiamo pur, eh’ è lutto egualmente possibile, sia » che abbandoniamo o sia che non abbandoniamo 1’ amicizia del » re. Adoperiamoci adunque a dissipare tutlociò, che potesse in-» durre quei due sovrani a confederarsi contro la nostra repubbli-» ca : stiamo uniti perciò col più forte, col meno incostante, con » quello, che ha maggiore interesse a formare la futura grandezza » di sé e de’ suoi successori. Voi sapete, che 1’ imperatore Massi-» miliano ha un nipote, sulla cui testa poseranno un dì le corone » dell’Austria, dei Paesi Bassi, di Aragona, di Castiglia e di Napoli » e fors’anche dell’ impero: ecco una sicura malleveria, che il re » di Francia non inclinerà mai di buon cuore all’ ingrandimento » di quella casa. » Queste riflessioni del Gritti vinsero la maggioranza dei voli. Fu perciò deliberato di conservare 1’ amicizia con Luigi XII, e di rispondere a Massimiliano, che gli obblighi della repubblica cogli altri stati erano tali da non poter permettere ad un esercito straniero 1’ ingresso in Italia, nel momento, in cui tulli erano in pace; che s’egli vi entrava veramente per farsi incoronare imperatore e con un seguilo corrispondente al suo grado, gli erano aperti tutti i passi per le provincie della repubblica, e da per tulto troverebbe accoglienza rispettosa e degna di lui; che non si offendesse punto, se il senato stava strettamente attaccato ai suoi palli col re di Francia, al quale anzi avrebbe somministrato, a tenore dei capitoli, assistenza ed ajuto, in caso, che il territorio milanese fosse stato assalito o molestato da chicchessia. capo xxxyii. Guerra dell’ imperatore Massimiliano contro la repubblica. Questa savia e leale risposta del senato, nel mentre che lusin-gavasi di trovare favore nei veneziani, irritò al maggior segno