390 LIBRO XXVIII, CAPO XVIII. Desiarono in tulli siffallo entusiasmo i sentimenti del doge, che non tardarono gli altri nobili ad arrolarvisi dietro 1’ esempio dei due figliuoli di lui, Alvise e Bernardo Loredano: se ne formò un corpo di ben trecento, ciascuno dei quali aveva al suo soldo parecchi altri valorosi giovani, sicché ne fu composta una truppa di quasi diecimila. Massimiliano, arrivalo presso a Padova, ricevette un rinforzo di molle milizie colà speditegli dai re Luigi XII e Ferdinando, dal pontefice Giulio II e dal duca di Ferrara: questi lo ajutò inoltre col mandargli un grandioso treno di grossa artiglieria. Dicono gli storici, che l’esercito di lui oltrepasasse gli ottanta mila fanti e i venti mila cavalli, e fosse composto di tedeschi, di francesi, di borgognoni, di spagnuoli e d’italiani. « Conducevano centosei pezzi » di artiglieria sui carretti, il più piccolo dei quali era un falcone • e sei grosse bombarde di getto caricale su grossi carri per via » di congegni ; quando si volevano far balterie si levavano giù a » terra, e tenevasi sollevata la bocca del pezzo con un grosso piuolo, » e perche non rimbalzasse indietro opponevasi un robusto riparo. » Queste artiglierie liravano palle di pietra, perché di getto non si » sarebbe potuto levarle, e tutto al più non tiravano che quattro » volte al giorno (i). » Dato principio all’ assedio, non passava giorno senza azione. La cavalleria leggiera degli assediati andava a fare sempre con ollima riuscita de' prigionieri al campo nemico. Massimiliano s'era allargato dodici miglia verso il Polesine di Rovigo per tenersi aperta la comodità a far vettovaglie ; e da quel lato sJ era impadronito di già dei castelli di Esle e di Monselice e di Monlagnana. Da questi luoghi ritornato verso Padova, si fermò al ponte del Bassanello, donde lento, ma indarno, di deviare il corso delle acque, che fluiscono in Padova. Qui erano raccolte tulle le sue genti e le artiglierie: pensò pertanto di tentare da questo lato un assalto alla città. (>) Stor. del cavaliere Bajardo, cap. XXXI11.