ANNO 1495. 171 inesprimibile apprensione non badava agli inviti di lui : egli era partito da Roma col collegio dei cardinali, era passalo ad Orvieto, e di là a Perugia, onde schivare il re, che dicevasi giunto a Viterbo: progettava poi, se i francesi si fossero inoltrati da quella parte, di recarsi in Ancona ed imbarcarsi, per cercare di là del mare un asilo di sicurezza. Lo scopo di Carlo era di trattare col pontefice intorno all’evacuazione delle piazze dello stato ecclesiastico : perciò gli dispiacque assai di non averlo potuto raggiungere. E poiché lo conosceva cotanto a sé avverso, risolse di tenerle in suo potere, acciocché questa sua occupazione gli fosse un freno a distorlo da progetti nocevoli alla felicità delle sue armi. Non si fermò in Roma più di tre giorni; poi si diresse verso la Toscana. Andò da prima a Siena, ove ad incontrarlo era venuto il suo segretario Comines, a fine di fargli noto, che i veneziani e il duca di Milano avevano preparalo un'armala di quarantamila uomini per opporsi alla sua ritirata ; eh’ era d’uopo perciò ne prevenisse i pericoli col dirigersi a cammino sforzalo verso Asti, donde riguadagnare le Alpi e ritornarsene in Francia ; che ogni più lieve ritardo gli sarebbe stalo fatale; fatalissimo,se ai nemici avesse lasciato tempo di unirsi. Ma Carlo, sedotto dalle adulazioni di alcuni senesi e dai cattivi consigli di alcuni de’suoi generali, credè dovuto all’ingrandimento della sua gloria il dare ascolto da un lato alle istanze della città di Siena, la quale chiedevagli un governatore ed un presidio di soldati per tutelare la sua libertà, e il rigettare dall’ altro le proposizioni dei fiorentini, i quali a prezzo d’ oro gli domandavano la restituzione delie loro piazze. Egli consumò in queste trattative per ben sette giorni; altri quattro ne impiegò per arrivare a Pisa, dove in simili contrattazioni ne perse altri sette; cosicché Irovossi nel più grande imbarazzo, allorché si accinse a valicar l’Apennino. Lodovico Sforza aveva di già incominciato le ostilità. Aveva intimato al duca d’ Orleans la partenza da Asti ; ma questi, anziché cedere quella piazza, spinse le sue truppe sino a Novara, la