i8o Conquiste all’ignoto dine di tutte le speranze a una rinnovata esasperazione che traboccò in un collasso nervoso superiore ai precedenti. Alla festosa agitazione della partenza subentrò a bordo un silenzio teso, una irritazione continuamente alimentata dal lento stillicidio di speranze e delusioni. Per intere giornate la “Stella Polare” dovette sostare, prigioniera dei ghiacci, come in agonia, avendo a poche miglia il mare aperto che si scorgeva fra gli squarci della fìtta nebbia, in balia dei venti che mutavano la situazione dei canali ma non davano che di rado via libera a mezzogiorno. « Questa prolungata sospensione d’animo è peggio della morte » scriveva Cagni esasperato. Il 26 agosto la nave fu investita a poppa da un grosso “iceberg” che frantumò il parapetto, tre scandagli ed il sostegno della ruota del timone. Accorso per prevenire altri danni nella confusione che segui, Cagni annotava ancora: « È uno spasimo continuo che sfinirebbe qualunque fibra! Sono stato in mezzo alla rivoluzione, ho passato delle lunghe ore d’angoscia in mezzo alle burrasche del mare, su navi incagliate e che erano per perdersi; senza aver mai l’onore di prendervi parte, ho sentito il fremito della battaglia, ma mai e poi mai ho provato la lunga, terribile tensione di nervi che da tanti mesi mi schiaccia. Prima la vita in sospeso ed ora, se non questa, il fantasma certo di un lungo anno di esistenza perduta, la perdita di tanto lavoro, di tante dolorose fatiche. Ad ogni istante tutto sembra che debba andare in fondo a queste acque gelate, in questi luoghi di morte. È veramente troppo e vi sono dei momenti in cui, perdonami, Maria, ma mi parrebbe quasi un sollievo che la nave fosse già buttata in terra o anche a fondo purché finisse questa tremenda sospensione d’animo. Faccio male a dir questo. È un provocare Dio che mi ha protetto finora e che continuerà a farlo almeno per le preghiere tue. E poi mentirei se negassi di sperare. Spero sempre e sempre fortemente ». Di nuovo si inasprivano le discussioni a bordo. Solo lentamente la situazione migliorò e, dopo tante penose vicende, alla fine d’agosto la “Stella Polare” potè trovare una via e guadagnare le acque libere.