ANNO 1511. 475 presentati in Roma, sarebbero deposti dal cardinalato e spogliali delle rendite. Essi non ubbidirono, e Giulio li li dichiarò scaduti dalla loro dignità e scomunicati. CAPO XLI1I. Nuove mosse militari in Italia. In mezzo a queste spirituali turbolenze, il papa, per un trattato sottoscritto il dì 5 ottobre 1511, aveva stretto i nodi di una lega, eh’ eragli riuscito di formare contro la Francia. Non pago di poter disporre delle forze del re di Napoli, come suo vassallo, lo indusse eziandio a partecipare nella sua contesa come re di Aragona, ed a secondarlo con ogni sforzo dei reami di Napoli, di Aragona e di Castiglia. A questa lega fu lasciato posto anche al re d’Inghilterra, il quale non tardò a prendervelo: egli anzi scrisse all’ imperatore Massimiliano lettere di esortazione a non volersi impegnare a distruzione dei veneziani ed a non cooperare alle mosse del conciliabolo contro il pontefice. in vigore di questo nuovo trattato, il papa somministrava quattrocento uomini d’ arme, cinquecento cavalleggieri e sei mila fanti; i veneziani ottocento uomini d’ arme, mille albanesi a cavallo ed ottomila soldati d’ infanteria : il re di Aragona ne aggiungeva mille dugenlo di pesante armatura, mille cavalleggieri e diecimila pedoni. Questo esercito, che intitolavasi della santa lega, aveva per suo comandante supremo Raimondo di Cardona, viceré di Napoli. Avvenne intanto, che il re Luigi XII, già in discordia cogli svizzeri, interdisse loro di trarre dal milanese i foderi, di cui bisognavano (1). Perciò non fu difficile al papa e ai veneziani il trarli (i) In questa rottura del re di Fran- da Burgo suo inviato; nel tora. Ili della eia cogli svizzeri è da vedersi una lettera Raccolta ecc., pag. 97. dell1 imperatore Massimiliano ad Andrea