380 LIBRO XXVIII, CAPO XVI. » studii della pace, che agli eventi dubbii della guerra. Perchè » quanta sia la incostanza delle cose umane, quanto incerti i casi, » quanto dubbio, mutabile, fallace e pericoloso lo stato dei mortali » non è necessario mostrare con esempii forestieri o antichi. Assai » e più che abbastanza lo insegna la repubblica veneziana, la quale » poco innanzi florida, risplendente, chiara e potente in modo, che » il nome e la fama sua celebrata non stesse dentro ai confini del-» l’Europa, ma con pompa egregia corresse per 1’ Africa e per » 1’ Asia, e risuonando facesse festa negli ultimi termini del mondo, » questa per una sola battaglia avversa e ancora leggiere, privata » della chiarezza delle cose falle, spogliata delle ricchezze, lace-» rata, conculcata e rovinata, bisognosa di ogni cosa, massima-» mente di consiglio, è in modo caduta, che sia invecchiata la im-» i-nagine di tutta l’antica virtù e raffreddalo tulio il fervore della «• guerra. Ma ingannansi senza dubbio, ingannansi i franzesi, se »' attribuiscono queste cose alla virlù loro; conciossiachè per lo » passalo i veneziani travagliali da maggiore incomodità, percossi » e consumali da gravissimi danni e rovine, non rimessero mai » l’animo, ed allora potissimamenle, quando con gran pericolo » facevano guerra molti anni col crudelissimo tiranno dei turchi ; » anzi sempre di vinti diventarono vincitori. Il medesimo avreb-» bero sperato, che fosse stalo al presente, se udito il nome terri-» bile della maestà tua, udita la vivace ed invitta virtù delle tue » genli, non fossero in modo caduti gli animi di tutti, che non ci » sia rimasto speranza alcuna, non dico di vincere, ma nè di re-» sistere : però gittate in terra le armi, abbiamo riposta la speranza » nella clemenza inenarrabile, o piuttosto divina pietà della maestà » tua, la quale non diffidiamo dover trovare alle cose nostre per-» dule. Adunque, supplicando in nome del principe, del senato e » del popolo veneziano, con umile divozione ti preghiamo, oriamo, » scongiuriamo, degnisi tua maestà riguardare cogli occhi della » misericordia le cose nostre afflitte, e medicarle con salutifero » rimedio. Abbracceremo tutte le condizioni della pace, che tu ci